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Culto della Dea Madre

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2014 17:18
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16/04/2014 16:56
 
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- Genesi -


La leggenda narra che in un'antica Terra viveva un potente Re, Licaone. Egli regnava con grande magnanimità, e tutti coloro che vivevano sotto la sua protezione erano destinati ad una vita piena di pace. Asfenio, il dio padre, decise di discendere sulla terra sottoforma di povero viandante, così da testare la purezza di cuore di Licaone giungendone al cospetto. Egli accolse alla sua corte quel povero straccione, e lo invitò al banchetto che quella sera stessa avrebbe imbandito. Ma era sospettoso di quel pover uomo che era giunto. Decise così di uccidere il suo primogenito, Argo, e di presentarne le carni al banchetto. Tutti i suoi 49 figli non s’accorsero di ciò che stavano mangiando, a parte quel viandante, che oltraggiato da una simile atrocità si rivelò in tutta la sua potenza come divinità... Maledisse il Re, quel fiorente Regno e tutti i suoi figli trasformandoli in famelici sciacalli destinati a divorarsi a vicenda per poi rinascere di volta in volta.

Il regno non divenne altro che l’ombra di ciò che era. La carestia fece la sua apparizione assieme a un numero esorbitante di malattie, il popolo fu decimato. Così quel regno florido cadde, e i 50 sciacalli iniziarono a peregrinare senza meta. Nel loro vagare, furono presi sotto l’ala protettrice di Mehael, la dea madre, che impietosita dalla condizione di quelle creature decise di prendersene cura. Ella scacciò la cattiveria dagli animi di quelle bestie, e fece in modo che nessuno d’essi s’uccidesse l’un con l’altro. Li fece vivere nel sacro bosco, a guardia del sacro tempio. Numerosi anni passavano, sulle terre v'era pace e armonia.

Venne però il tempo in cui Kushiel, l’angelo nero discendesse su di quelle terre. Egli impose agli uomini il culto del sangue, facendo strage di coloro che si opponevano al suo dominio. Lui era il distruttore, l’omicida, colui che avrebbe ucciso per puro divertimento Licaone, il diletto di Mehael. Il Nero Angelo aveva numerose vestali che prestavano la loro vita al culto del Maledetto, ed una di esse fu la vittima perfetta per Mehael, colma di risentimento per la morte di Licaone. Tara, la più bella tra le alte sacerdotesse era pregna di Silus, il più valoroso tra i condottieri di Kushiel. Ella fu maledetta dalla dea madre: sarebbe divenuta una belva infame, boriosa, continuamente assetata di sangue... Ed ancor peggio, avrebbe divorato la stessa creatura che portava in grembo. Kushiel non potette contrastare quella maledizione, ma potette ritorcere la dannazione se non sulla vestale, sulla vita che portava in grembo, modificandone alcuni aspetti. Mehael fu soddisfatta, ed anche il nero Angelo, il loro contrasto era risolto. Nel contempo però, negli animi di tutti coloro a conoscenza dell’accaduto sorgeva il dubbio: A cosa avrebbe dato vita Tara di Sernia?

Otto mesi dopo il triste episodio, Tara partorì. Accadde durante una notte di luna piena, gli alberi scuotevano, gli esseri viventi erano inquieti, soprattutto i cavalli ospiti delle scuderie. Nacque una bambina, e sarebbe stata perfetta se non fosse stato per la sua completa non somiglianza con i tratti caratterizzanti i genitori: Silus e Tara erano mori, con occhi scuri, lei possedeva capelli color delle fiamme ed occhi in cui scorreva l’argento vivo; la madre aveva un fisico affusolato, ma non era particolarmente alta, lei invece avrebbe raggiunto l’altezza del padre, e il suo fisico sarebbe stato più che rigoglioso. I pochi che la vedevano si inchinavano intimoriti, la chiamavano Zaharea (figlia della dea madre). Era per metà donna, e per metà lupo. Il suo sangue era puro, e lei sarebbe stata la capostipite di una nuova razza: i Lycan. Uomini per metà umani, e per metà lupi. L’unione perfetta tra uomo e natura. Mehael fu soddisfatta della sua opera, poiché la madre di Zaharea soffriva sapendo di aver dato alla luce quell’abominio, così da togliersi la vita poco tempo dopo, e dunque scatenare così il risentimento di Kushiel. Mehael non fu felice di vedere l’iniziata di quella nuova razza così abbattuta per la perdita della madre. Nonostante il cerebro di Zaharea non fosse interamente maturo, sapeva cosa voleva dire sentirsi: non voluti, temuti. Invero Mehael, per quanto potesse essere vendicativa, non avrebbe mai potuto sopportare la sofferenza di una sua creatura. Decise così di prendere sotto la sua ala la giovane dannata, così come molto tempo prima aveva fatto con Licaone. La dea fece in modo che Zaharea fosse al sicuro, lontano da Kushiel, accogliendola così nella sua sacra selva, all’interno del tempio sotterraneo ove sarebbe successivamente cresciuta, per poi essere educata dalle vestali della dea.

Al di sopra di quell’antico tempio sarebbe sorta la futura rocca degli eredi di Zaharea, e lì, ella avrebbe regnato per molto tempo poiché immortale. Col passare del tempo, la donna iniziava a sviluppare una certa indipendenza, ma ancor più importante: “Pensava”. Non era più soltanto un esperimento statico, anzi, mutevole. In parte era umana, ma quella parte di sé necessitava di tempo per potersi sviluppare a dovere. Così, dopo 100 anni passati nella selva, la donna iniziò ad esplorare il mondo con la benedizione di Mehael. I primi a divenire come lei venivano infettati dal suo morso, ed impazzivano dopo i primi giorni della loro “nuova vita”, poiché impossibilitati dall’incanalare i propri sentimenti di rabbia. Zaharea, impietosita uccideva coloro che mostravano i primi segni di pazzia subito dopo il morso, mentre altri sopravvivevano, e la seguivano. Si riproponevano di proteggerla come suoi guardiani, e lei provava per loro un sentimento materno, lo stesso che provava per lei Mehael. Conobbe l’amore carnale per puro capriccio, e gli piacque, poiché incarnava qualcosa d’istintivo. Imparò a non uccidere per puro capriccio, ma solo con uno scopo ben preciso: la difesa sua, o dei suoi eredi. Essendo per metà umana però, conosceva la vendetta e la rabbia, e non poteva non ignorarne nessuno dei due. Non ebbe mai figli di carne, ma soltanto di sangue, infettando coloro che riteneva adeguati a seguirla, o ad amarla. Peregrinò dal sud al nord nella sua moltitudine incredibile di anni, riuscì a creare un esercito, a sviluppare buone leggi di branco, ed a rendere la sua razza indipendente. Mehael fu contenta, perché quella creatura che aveva fatto generare a Tara, ora combatteva per il culto della dea madre. Zaharea ebbe molti nomi, e fu conosciuta nella maggior parte dei territori con l’appellativo di: la Nera. Ella fu: Kamila, A Alfeara, Joial, Zophiel, Vretil, e infine: Zahire.

La nera s’assopì in un luogo sicuro, stanca della sua vita, esausta dalla moltitudine di guerre combattute... Abbandonò al loro destino i suoi figli, fiduciosa di coloro che aveva lasciato al comando. Nonostante il suo sonno ella vegliava con il cuore su di loro... Soltanto pochi secoli più tardi ella si sarebbe risvegliata sotto il richiamo angoscioso d’uno dei suoi eredi indiretti. Durante il suo sonno la razza s’era divisa in due Casati: Il Casato del Nord, e Il Casato del Sud. E le guerre continuavano, soprattutto contro i figli di Caino (i Vampiri). Con il suo ritorno, la Nera riunì così sotto il suo comando le due dinastie, dandone vita a una soltanto: Il Casato degli Eredi di Lycaios.

[Modificato da ZahireAggarwal 17/04/2014 17:18]


-Galian erede di Gandar-
centauro di Plutone
Supremo Custode della natura

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