Frederik - Litea
L'umano e la muta forma si incontrano ancora mentre lei ritira le pelli lasciate precedentemente al conciatore, la pioggia sempre più fitta convince la lupa a seguire l'uomo in locanda.
Role brevissima abbiamo dovuto chiudere presto, la posto comunque.
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Frederik [Mercato]: La pioggia a lavato la città le gocce continuano a cadere il mercato per questo e vuoto rispetto al solito poca gente vaga per le vie, l'uomo non sembra curarsi della pioggia e cammina quindi in mezzo alla strada, i soliti abiti neri indosso pantaloni e casacca di taglio militare, alti stivali e spessi guanti, il mantello sulle spalle ed il cappello a falde larghe che gli copre la testa dalle gocce. Le armi di pregiata fattura riposano nei loro foderi la lunga alla schiena la corta al fianco destro mentre i pugnali sono in bella mostra sul petto tranne quello nascosto nello stivale. Avanza tranquillo e svogliatamente osserva le bancarelle.
Litea: L’odore di bagnato affievolisce tutti gli altri, la pioggia rende la gente avversa a uscire per strada, entrambe le cose elementi di grande sollievo per la lupa che non ha altro che un mantello col cappuccio per ripararsi dal maltempo. Ha gli stivali sporchi di fango, come se venisse direttamente da un luogo dove non ci sono strade lastricate. Si orienta tra i banchi ora coperti da tende fino a trovare quello per cui si è spinta ancora una volta in quel luogo spesso evitato: il conciatore. Quello la riconosce in fretta e una smorfia ostile si china per rovistare tra la merce commissionata. Nell’attesa di esser servita, la mutaforma si guarda attorno nell’abitudine di cercare di avere costantemente un quadro completo della situazione. A maggior ragione in quelle condizioni in cui il suo già debole olfatto è svantaggiato, si affida alla vista e all’udito. Non le è difficile individuare in una sagoma nera movimenti e andatura ormai conosciuti, quelli dell’umano che pare incontrare con incredibile frequenza. Non preoccupandosi affatto delle possibili reazioni del pubblico porta una mano a coppa attorno alla bocca e fa quello che le è più naturale per richiamare l’attenzione di una conoscenza: ulula. Non un ululato possente ma un richiamo basso e vibrante, adatto alla breve distanza
Frederik [Mercato]: Cammina a passo lento tra la gente rada, ma improvvisamente ode un verso strano simile ad un ululato, un po stupito farebbe vagare gli occhi verdi ed eccola li la lupa, allo stesso banco in cui l'ha già incontrata intenta ad ululare, sorride per quella stranezza e per nulla sorpreso o per lo meno sorpreso solo per qualche secondo si avvicina alla donna < buon giorno > direbbe , noterebbe l'espressione del mercante < siete venuta a ritirare la vostra merce, vediamo se è venuto un bel lavoro quindi che ne dite > direbbe totalmente rilassato rivolto alla muta forma.
Litea: Di certo non si sta dimostrando la cliente preferita del conciatore che, con aria sempre più diffidente, quasi le lancia le pelli lavorate. Probabilmente qualche voce sul suo conto inizierà a spargersi da quella sera, la stramba donna che ulula e trae vantaggio da amicizie intimidatorie. Parlando del diavolo…il mercante saluta l’arrivo di Frederik con reverenza. La lupa esamina il lavoro dell’uomo dispiegando il prodotto e prendendosi tutto il necessario per controllarne i dettagli, sogghigna quando fa per mostrare il tutto all’umano appena arrivato <sembrerebbe a posto ma bisogna aspettare di vedere tra quanto avrò bisogno di essere ingrassata la prima volta> attende, come si aspettasse un parere di rimando <non fossi consapevole che nessuno qui ha motivo di avere interesse per me penserei che mi stai tenendo sotto controllo> allude alla frequenza dei loro incontri, pur sempre casuali
Frederik [Mercato]: Si avvicina quindi ed osserva il lavoro dell' uomo non sembra voler concedere nulla al mercante, in fondo forse l'uomo non li ama molto <si diciamo che può andare e se poi venisse fuori che non è un buon lavoro sappiamo sempre dove trovarlo no > direbbe sorridendo al mercante. Ride poi alle parole della donna < mi spezzate il cuore se dite così > direbbe ancora ridendo < comunque vi faccio notare che eravate voi a seguirmi furtiva l'ultima volta ed anche sulla spiaggia siete voi che siete venuta da me > direbbe ridacchiando < frequentate già troppi umani ultimamente > direbbe ancora divertito.
Litea: Il conciatore forza una risata nervosa, come se partecipasse al gioco del mercenario. Nel frattempo la lupa ha tutta l’urgenza di chiarire la situazione, presa fin troppo sul serio <non ti stavo seguendo! Ero in perlustrazione, sei tu che sei entrato nel mio territorio a spargere il tuo odore in giro> gli riserva un’occhiataccia, poi riflette sull’ultima frase e non riesce a fare a meno di annuire mestamente <è vero…soprattutto da quando hai iniziato la tua ricerca nella foresta. Spero non inizierò a puzzare anch’io> infila la pelle conciata nella tracolla, ormai dimentica dell’artigiano. La pioggia la induce a scostarsi una ciocca bagnata dal viso <farei meglio a trovare un riparo…> guarda l’umano, incerta se sia solo di passaggio o meno
Frederik [Mercato]: L'osserva ancora modi un po selvatici che condivide con gli altri della sua specie, sorride < lo so che non ti piacciamo non ti preoccupare, non dicevo seriamente > dice sorridendo < ci incontriamo perchè forse sono uno dei pochi umani che si aggira per i tuoi territori, ma per la puzza mi dispiace ma non ci posso fare nulla > la guarda un po zuppa e fradicia < stavo solo passando di qua il mercato mi piace di più quando piove è più tranquillo > ascolta il dire sul mettersi al coperto < so che non ami il chiasso e la civiltà ma io sono diretto alla taverna li almeno è al coperto >
Litea: Scuote la testa <non è posto per me, preferisco la pioggia.> Tuono, la pioggia s’intensifica, il mantello non la ripara che superficialmente <…ma se continua così non sarò mai asciutta per stasera> la vita all’aperto non è facile quando si è zuppi fino al midollo senza possibilità di sfuggire all’umidità <fai strada> per niente contenta di quella soluzione, si rassegna a seguire il bipede quando prenderà una direzione <i duchi non hanno mansioni dal focolare sempre acceso in cui ripararsi dalla pioggia?>
Frederik [Mercato]: Sospira < a dire il vero nemmeno io amo la locanda troppo ma è un buon posto per asciugarsi poi appena smette o si riduce puoi tornare al tuo territorio > scrolla le spalle e si affretta lungo la strada visto che la pioggia aumenta di intensita < si ho un castello ma è lontano da qui, potrei stare a palazzo ma è un po una gabbia dorata quel posto > direbbe mentre avanzano lungo i vicoli deserti alla volta della locanda. Seguito dalla muta forma quindi si avvia verso la locanda, forse ne otterra qualche informazione o solo una compagnia con cui scambiare qualche parola per allontanare per qualche attimo la monotonia dei giorni a Raad <exit>
[Modificato da Frederik_Vendergast 08/05/2015 19:03]