Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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Il seme della bontà. {OK}

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2015 18:59
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Sesso: Maschile
15/05/2015 21:53
 
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Sabnak - Fosforo - Raven
Sabnak- Fosforo - Raven

Riassunto: alla locanda si incontrano i due amiconi di bevute Sabnak e Fosforo, che cominciano subito a discutere sul bene sul male, sui polli e sui vecchietti. Poi arriva Raven, quindi Sabnak fa una scomemssa con Fosfy, Fosfy tenta di parlare con Raven ma questo si beve due pinte e tanti saluti.

commento: ancora non so il cavolo di nome di nessuno :O

16:54 Fosforo [Vicino Locanda]: <Il sole brilla su Oldaine, è una piacevole giornata, anche se forse un po’ troppo calda per essere primaverile. Il solstizio è ancora lontano, e tutto questo caldo non si spiega. Per fortuna il nostro angioletto, in quanto tale, nona verte molto il caldo o il freddo. Lui potrebbe benissimo andare in giro con 3 piumoni addosso e non sudare. Una benedizione, o forse una terribile maledizione? Chissà. Comunque il suo abbigliamento è influenzato dalla moda circostante e, visto che la stragrande maggioranza gira leggera, anche lui ha dei vestiti leggeri. Dove va? Alla locanda. Quella locanda gli è sempre piaciuta, anche se trafficata e di atmosfera non troppo sicura. Le cose che gli piacciono di più della locanda sono le tisane e le camomille. Per questo si trova ancora a Raad, megapoli fornita di tutto. Con Peana, il canarino, sempre sulla sua testa a guardarsi intorno e a cinguettare>
16:59 Sabnak [Ingresso [ F U]]: < Ecco he il fantoccio si muove con lentezza versi l'ingresso della locanda. Un passo dopo l'altro, sinistro, destro, in un incedere costante e fluido. Indossa un paio di pantaloni neri che finiscono dentro a degli stivali in pelle. Alla cinta è appesa una spada bastarda, che pende al fianco destro. Piu su, una camicia di cotone leggera, bianca. La mano destra si passa poi tra i capelli, lentamente, in un movimento naturale. La porta della locanda dista ancora un paio di passi. da lui. Il cinguettio del canarino non giunge alle orecchie del demone, o meglio, non viene nemmeno preso in considerazione, data la bella giornata>
17:06  Fosforo [Uscio Locanda]: <Anche se di solito gira con la piccola mantellina, oggi lui non ha niente sulle spalle. A parte la solita lira, ovviamente. Passo dopo passo, eccoci giunti alla locanda. Anche se è un edificio comune in mezzo agli altri ha qualcosa che la distingue, che la fa risaltare. Sarà forse il gran vociare che viene da dentro, o il grande affluivo di persone che entra ed esce. E adesso si trovano anche loro due ad entrare, Fosfy e Peana. La porta gli cade sulla mano ceduta da un signore che è entrato poco prima di lui. E adesso anche lui entra, con un sorriso che gli illumina i già intensi occhi>
17:13  Sabnak [Locanda[ F U]]: < lo sguardo punta nella locanda. Un espressione in volto apatica, indifferente mentre emula un sospiro per poi ruotare il capo verso l'uscio, da quale è entrato poco prima. Fosforo è li, lo nota solo ora. Un espressione in viso leggermente truce verso quel ragazzino, e verso l'animaletto che c'è con se. > Non sei ancora morto.< commenta solamente, riconoscendo la figura del bambino. Non par considerarlo di piu per ora, infatti i passi del demonio vanno a farlo spostare in direzione del bancone. Non par prendere molto in considerazione i presenti, tutt'altro. Non li degna nemmeno di uno sguardo, puntando dritto a uno sgabello libero. >
17:25  Fosforo [Locanda]: <Tira su col naso molto forte, per fare entrare in quelle narici angeliche il profumo. Il naso, in lui, più che essere un organo è la sua emulazione, un quasi inutile accessorio. E’ per questo che, se vuole sentire ben bene un odore, deve sforzarsi. Comunque non è faticoso e ne vale la pena. Si fa spazio nella locanda, col suo passo infantile ma sicuro. E raggiungerebbe uno sgabello, se non venisse interrotto da una voce. Si gira verso la sua fonte, cercando di capire se è per lui. Guarda Sabnak. Sì, è per lui. Lo guarda, poi alza le mani e se le guarda, si china per guardare la pancia e le gambe, poi, restando fermo con quest’ultime, rotea la schiena e il collo, chinandosi un po’ all’indietro, tentando di guardarsi il cubetto angelico. Fatto ciò, ritornerebbe a Sabnak, dicendogli con un sorriso <Eh, a quanto pare no! E tu come stai?> Gli si avvicinerebbe, perché è buona educazione guardare negli occhi delle persone, quando si parla.>
17:33  Sabnak [Locanda[ F U]]: < Lo sguardo resta sul bancone per parecchi secondi da quando l'angelo parla. La solita espressione apatica del fantoccio però muta quando l'Aura dell'angelo lo colpisce. La mano sinistra va verso l'angelo> Non vorrai mica venirmi in braccio.< commenta mentre con la mano fa un gesto, quasi per farlo allontanare> E comunque, stavo meglio prima di vederti.< si limita a dire verso di lui per poi aggiungere, dopo qualche attimo di pausa> Hai fatto quel che ti ho chiesto l'altra volta? < il capo poi ruota, dopo un attimino verso la figura dell'angelo, cosi da concedergli uno sguardo>
17:46  Fosforo [Into The Locanda]: <Il bambino cammina leggero e felice sui suoi passi, guarda Sabnak con lo sguardo con cui guarda tutti in momenti normali: felice, spensierato. Ma appena il ragazzo comincerà a essere vicino a lui, l’angelo comincerà a notare qualcosa. Certo, ora se ne ricorda. Sabnak è totalmente circondato di nero e stare intorno a lui, per Fosforo, significa stare in una costante situazione di pericolo. LE loro due aure si sono incrociate ed è nella loro stessa essenza che cerchino l’una di affievolire l’altra. Si ferma a 2 metri da lui. Lo guarda dal basso della sua età. Lo sente, e già le sensazioni negative dell’aura del demone lo hanno intristito,poi se ci si mettono le parole è la fine. Non è di certo felice di rovinare la giornata di una persona> Scusa… Non erravo amici…? <Lo fissa tentando di sorreggere lo sguardo. Poi arriva una domanda. Si illumina di felicità.> Ho fatto come mi hai chiesto! <esclama> Mi sono divertito un sacco: allora prima sono andato ad un corso sul Dio dove ci hanno fatto disegnare e pregare, poi io da solo ho aiutato un centro per vecchi signori qui vicino! Devi sentire che storie interessanti hanno da raccontare, gli anziani!
17:53  Sabnak [Bancone Fu]: <resta ad ascoltarlo per qualche istante poi ruota il capo verso il bancone, scuotendolo leggermente> Cioè, spiegami, cosa hai fatto per fare quel che ti ho detto io?< chiede verso il ragazzino, dopo averlo lasciato parlare fino alla fine. Emula un altro sospiro il fantoccio prima di degnar di nuovo d'uno sguardo l'angelo. > Gli hai nascosto qualcosa? Gli hai legato insieme le scarpe? Invertito i contenitori del sale e dello zucchero? < espira ancora una volta cercando di sembrar persin deluso> O qualcosa di peggiore? < par quasi prenda fiato prima di dire> Nh?!
18:08  Fosforo [Into The Locanda]: Una tisana, perfavore. Non importa quale, decidete voi. <L’angioletto si siede su uno degli alti sgabelli del posto, non senza fatica. Si sistema comodo, mentre Peana vola sul bancone nello spazio davanti a lui. Poi si gira e sente cosa ha da dire Sabnak, lo guarda. Lo fissa. Pensa.> Ho fatto quello che mi hai detto tu: cose divertenti. Soprattutto al raduno di preghiera, mi sono divertito un sacco. Ho vinto pure qualche gioco! <Tenta di risultare interessante al suo interloquitore, quando non capisce che lui intende tutt’altro per divertimento. Poi sente le proposte.> Perché mai dovrei farlo? <Lo guarda strano, con un filo di arrabbiatura> Io ero andato là per divertirmi con i vecchi, se faccio loro del mare dove sta il divertimento? Però devo ammettere… c’era questa signora che non riusciva a sistemarsi bene la dentiera. Io sono andato subito ad aiutarla, ma poi sono dovuto scappare in bagno perché sentivo bisogno di ridere! AAHAHAHHAHAHAHAHA <e comincia a ridere anche in quel momento, come se avesse detto una battuta degna di Colorado>
18:15  Sabnak [Bancone Fu]: < Questa volta mentre l'altro parla scuote il capo in segno di dissenso, fin quando non cita la storia della dentiera> Eh, ecco! < dice calmo per poi tacere un istante, sfregandosi le mani> bene, pensate alle reazioni che potrebbero avere i vecchietti quando si alzano e han le scarpe legate assieme, camminano come i pinguini..< dice cercando di fare una risata, il piu possibile realistica> AHaha< dice tenendosi quasi la pancia> non fai mica loro del male, e vedi quanto buon umore metti intorno a te..< assicura verso questo annendo un po con il capo> Ci vogliono sempre un po di scherzetti, metton di buon umore la gente...
18:27  Fosforo [Bancone]: <Arriva la tisana, alle carote. Lui tira fuori dei soldi dalla sua tasca e li mette sul bancone, accanto alla ciotola colma di liquido.> Grazie mille, tenga il resto! <Sorride all’oste gentile, per poi andare a soffiarci sopra. Per soffiarci sopra però, deve girare completamente il busto e mettersi con le gambe verso il bancone. Lo fa. Si china un po’ per soffiare sulla brodaglia, ma con gli occhi guarda il demone e con le orecchie lo sente. Peana mette il becco nella tisana e lo muove un po’, ma poi la tira subito su nel sentire che è bollente. Fosforo smette di soffiare quando arriva il momento di rispondere. Ritorna contrariato>No… se gli laghi i lacci delle scarpe cadono, e molti di loro sono ansiosi: nascondendogli qualcosa li farei entrare subito in grande ansia. Ci sono tanti modi per divertirsi tutti insieme, non mi piacciono questi. Per esempio l’altro giorno il signore Toudemo ha detto una barzelletta divertentissima, la vuoi sentire? <Lo guarda speranzoso, lui se la ricorda, quella barzelletta.>
18:32  Sabnak [Bancone Fu]: < lo sguardo punta verso il bambino, son sincero, non fosse demone lo farei piangere, ma per onor di razza scuote semplicemente il capo in segno di disapprovazione> Una causa persa. Dovresti iniziar a penare piu a te stesso, fregartene del mondo e degli altri, prima te..< commenta per poi passarsi una mano sul volto grandosi in direzione del bancone> QUalcosa di forte, Ora.< dice secco verso l'oste posando poi qualche moneta sul bancone prima di dire> Dilla, dilla. anche se dubito che il risultato sia buono..< afferma>
18:44  Fosforo [Bancone]: <A forza di soffiare, la bevanda diventa abbastanza tiepida per essere ingerita senza sembrare troppo anormale e senza fare in modo che il calore copra tutto il sapore. La carota si fa sentire molto, e ciò piace al bambino. Ne scola metà in un sorso solo, prendendo la ciotola con tutte e due le mani, in un gesto tipico. Mentre beve, evitando ogni rumore di risucchio, sente la filosofia secondo Sabnak e poi tenta di replicare, più calmo e soprattuto più felice poiché anche se l’aura rimane nera i modi dell’uomo si fanno meno duri> Beh,da quel poco che ho vissuto ho capito che sto bene quando sto in gruppo, e che rendere felici le persone rende me felice. Mi diverte fare ciò che va fatto, almeno la maggior parte. E non posso non fare quello che non mi va. Perché se tutti non facessero quello che non va loro, ci sarebbe l’anarchia! Se io non aiuto nessuno, chi mi aiuterà? E io mi diverto ad aiutare, non aiuto solo perché voglio che qualcuno mi aiuti! <Certo, alcuni pezzi del discorso sono ripresi un po’ dalla scuola, un po’ dal campo di preghiera. Ma per il resto è farina del suo sacco. Ben poco! Comunque adesso si schiarisce la voce, e fa> Ehm ehm. PErchè un pollo attraversa la strada?
18:55  Sabnak [Bancone Fu]: < ascolta le parole del bambino e rimane bloccato un istante, tanto che quando l'oste gli posa il bicchiere davanti non lo considera> Anarchia, e cosa c'è di male nell'anarchia? Libertà.< dice sicuro del proprio dire per continuare> La giustizia, la natura piu selvaggia. < dice ancora per poi continuare> E' li che si vede come è fatta la gente.< comunica per poi dire ancora> Non mi aspettavo un concetto simile da te,< fa una mezza pausa,per poi terminare la frase, o forse cominciarne una nuova> Pollo...< commenta calmo> non lo so il perchè, non lo so..< fa un altra pausa in cui prende il bicchiere lo guarda e ne beve un sorso> Fa schifo, come sempre.< dice guardando verso l'oste prima di tornar al bambino> Il fatto è che tre quarti ti volteranno le spalle, e tu, li ti arrabbierai. Fossi in te non aiuterei nessuno, anzi, vedi che se li metti sotto, ti aiutano di piu> Come un cane, se pensa di essere lui il padrone, ti frega, se sa che sei tu il padrone, ti adora, ti rispetta, ti brama
19:10  Fosforo [Taberna]: <Peana riprova ad assaggiare la tisana. Fa un piccolo saltello sul bordo della ciotola e poi si china a toccare il liquido col becco. Lo apre e lo richiude varie volte: le piace. Adesso muove anche la testa di qua e di là, tentando di afferrare col becco più tisana possibile. Poi scende soddisfatte e Fosforo finisce quello che rimane. Poi riposa la ciotola e fa un sospiro di piacere. Come al solito la sua morale va in contraddizione con quella di Sabnak e nascono scintille.> Anarchia non è giustizia. Non ci può essere giustizia senza leggi. E non può esserci libertà senza giustizia. Nell’anarchia ognuno deciderebbe per se, e allora vincerebbero i potenti e quelli senza scrupoli. I vecchi senza famiglia verrebbero lasciati soli a morire e si salverebbero più di tutti di certo quelli cui non hanno familiari a cui pensare. E prima di loro quelli che non si fanno remore ad uccidere per il proprio bene. L’Anarchia è il caos, mentre la giustizia è l’ordine. Sono due concetti opposti. Non possono essere nello stesso momento. E se tre quarti di quelli che aiuterò mi volteranno le spalle non importa: mi basteranno anche un quarto delle persone e saprò di potermi fidare dal fatto che mi hanno aiutato. E invece chi non aiuta nessuno non avrà proprio nessuno. E’ meglio essere delusi, una condizione molto effimera, che totalmente solitari! <Ecco, anche qui il classico indottrinamento misto a sue personali riflessioni. E’ piccolo, ma gli angeli hanno un’intelligenza molto più sviluppata del normale e comunque lui è solo incarnato in un bambino.> un pollo attraversa la strada… per andare dall’altra parte! <e ride di nuovo, quasi come unos tumido, annullando tutti i discorsi sull’intelligenza.>
19:11  Raven [Umano/pressi Locanda]: L'inverno è passato e ha portato con sè il freddo che per lunghi mesi ha attanagliato la cittadina di Raad e la zona della foresta circostante. Proprio da quella foresta viene l'enorme sagoma del mezzo orso, nella sua forma umana che con passo lento e pesante s'aggira all'interno del fortificato villaggio umano. Sporchi pantaloni marroni, un tempo almeno, gli copron le gambe ed una tunica, le cui maniche paiono esser state strappate via con veemenza, viene indossata sulla parte superiore del massiccio corpo del barbaro. Legato con un paio di fibie alla schiena l'enorme spadone, impressionante per mole e peso la cui impugnatura compare dietro la spalla destra dell'uomo preseguendo per qualche centimetro oltre la sua testa. Testa ricoperta da corti e ispidi capelli neri, decisamente poco curati mentre una barba incolta, anch'essa scura e ispida, conclude quella rozza cornice attorno ai lineamenti duri del suo viso. Si muove verso l'unico luogo che ha avuto modo di conoscere all'interno delle mura, ovvero la locanda, che tuttavia ancora non fa parte del suo personale territorio.
19:17  Sabnak [Bancone Fu]: < ecco che permane ad asocltare il discorso del bambino con aria sermpe piu schifata> Va bene, l'anarchia non ti va a genio, ma a quelli che ti volteranno le spalle, almeno un dardo nella schiena, una gamba rotta, spaccargli la faccia a pugni! < dice parlando tranquillamente verso l0angelo. Un Espressione fortemente contrariata> Mi deludi, sei troppo buono, tanto bravo ma tanto stupido..< dice per poi scuotere il capo> mi dispiace che in molti ti fregheranno, e tu, sei felice di farti fregare! Dannazaione. Sei cosi ingenuo e inculcato di idee sbagliate, che l'unica maniera per tirartele fuori tutte sarebbe sbudellarti. < parla con serietà, seppur ora non osservi il ragazzo. Il braccio destro ora prende il bicchiere portandolo alle labbra, cosi da poterne bere il resto del contenuto>
19:27  Fosforo [Taberna]: <L’oste si porta via la ciotola vuota e Peana rivola tra i suoi capelli, sistemandosi ben bene per una buona e sana ronfata. Sempre se riuscirà a dormire, in mezzo a tutto quel trambusto. Le parole di Sabnak sono cariche di astio verso i suoi confronti, ma Fosforo è un angelo. E mantiene la calma, sopportando quella terribile aura.> Beh, vedi, io aiuto la gente per mia indole e natura. Perché mi sento felice quando aiuto gli altri. Io non aiuto perché so che poi dovrò essere aiutato. Ognuno ha i suoi buoni motivi per non aiutare poi… magari non può. Io sono totalmente contrario alla violenza. Io non sono felice di farmi fregare, non agisco, certo, ma rimango comunque deluso e affranto. <Annuisce, chiudendo gli occhi, per poi riaprirli> Cosa ti dice che le mie idee siano sbagliate? <E’ veramente interessato, ogni critica costruttiva può portare al miglioramento. E per quanto riguarda l’accenno allo sbudellamento, china il capo e, preoccupato, se lo tocca con entrambe le mani.>
19:32  Raven [Umano/bancone]: Piccoli occhi neri che osservano quanto attorno avviene mentre passi lenti continuano ad esser mossi verso la locanda. Può notare come vi sia più gente in giro per le strade della cittadina rispetto all'inverno. Uno degli effetti dell'allungarsi delle giornate. Così come ha potuto notare che in quei giorni sempre più gente s'è spinta all'interno della foresta che circonda Raad. Quello si, suo territorio.. O almeno è quanto fermamente crede a causa dell'influsso della sua parte più selvaggia. Arrivato davanti alla lignea struttura della locanda, mano sul pomello e con un rapido e deciso movimento apre la porta entrando. Un veloce sguardo all'interno che corre tra i vari astanti mentre la porta vien richiusa alle sue spalle. Non pare riconoscer nessuno, ma tira lo stesso su col naso, un riflesso incodizionato il suo atto a cercar di riconoscer magari una qualche traccia olfattiva, ma niente da fare. Senza troppi indugi si dirige verso il bancone andando a sedersi a qualche metro di distanza dalla coppia angelo-demoniaca. Prende posto con pesantezza su uno sgabello e bofonchia all'oste senza aggiungere altro <Birra.>
19:36  Sabnak [Bancone Fu]: < Ecco che il braccio destro si muove fino al bancone su cui posa il bicchiere, aprendo la mano. Poi viene richiamato lungo il fianco. Ecco che poi il fantoccio ruota il capo verso il bambino> Ragazzo, per arrivare a qualcosa bisogna agire.< commenta> Quindi se adesso venissi li e ti prendessi a ceffoni, staresti li a guardarmi? < dice cercando di mantenere la calma, almeno nel tono. Infatti il colore degli occhi muta leggermente, sul nero infatti comincian ad esserc alcune striature rosse> Mi porgi anche l'altra guancia?< chiede verso di questo per poi guardare nel mentre entrare Raven> Io ci scommetto che se vai da quel signore e gli molli uno sventolone, questo reagisce! < annuncia> Ed è proprio per far smuovere la gente che devi agire! Abbandona le tue ideucce di pace. < commenta sicuro> Per smuovere la gente non servono i discorsi, ci vogliono dardi incendiari, ci voglion spade.< annuncia sicuro del proprio dire>

19:52  Fosforo [Taberna]: <L’uccellina non riesce a prendere sonno, perciò scende un po’ saltellando, passando per spalla e braccio, fino alla mano. Quella destra. Con questa Fosforo la tiene, con l’altra la accarezza. Peana chiude gli occhi e fa rientrare il collo in segno di gradimento. Nel mentre, Fosforo sente i discorsi di Sabnak e annuisce. Poi lo guarda, sorride e fa> Hai ragione, amico mio. Per far in modo di ottenere qualcosa bisogna agirà. Ma è il modo in cui agiamo che ci differenzia e che fa di noi ciò che siamo! Se mi dessi un ceffone tenterei di difendermi, per quanto un ceffone mi faccia poco male, e poi ti chiederei perché. Se hai un motivo, tento di risolvere la disputa. Se non vuoi risolvere la disputa, me ne vado semplicemente. Se non hai un motivo significa che sei pazzo. E se sei pazzo ti perdono, perché non sai quel che fai. Ma ho ben inteso quello che tu hai detto, tu metti tutto sul piano di guerra. E se ci fosse qualcosa in ballo? Me ne andrei? Certo che no, ma resterei lì a combattere solo per difendere ciò che mi spetta e ciò che è giusto. Il problema non è combattere, il problema è attaccare battaglia e soprattutto colpire gli innocenti. Non penso però, come tu invece fai, che si ottenga tutto con le spade. Non è vero: la diplomazia e la gentilezza sono due armi potenti. <Poi arriva un’offerta, e sempre sorridendo si gira a guardare il metafora. Si rigira e annuisce.> Certo, hai ragione. Ma è logico. Io non sto dicendo che bisogna essere buoni perché tutti sono buoni. Io sto dicendo che ti deve partire da dentro. E ti dirò di più, l’effetto sarebbe uguale o maggiore se io andassi lì e invece di dargli un pugno lo abbracciassi. Ma se per caso non trova i soldi per quel boccale di birra io posso offrirgliela. E non mi aspetto che mi ringrazi. <Si rigira verso Raven.>
20:01  Raven [Umano/bancone]: Anche la locanda appare decisamente più affollata rispetto al periodo invernale nel quale il mezzo-orso si era abituato a vederla quasi sempre totalmente deserta. Tuttavia è poca l'attenzione che presta tutt'attorno a sè preso dai suoi pensieri che oscillano veloci tra quanto vive quotidianamente da animale indomato e quanto osserva sempre più comunemente in quel mondo di uomini tanto diversi da quelli che l'han tirato su fin da quand'era nient'altro che un cucciolo. Boccale di fresca e schiumosa birra che gli arriva dinanzi puntuale. Lo afferra e lo porta alla bocca buttando giù quasi metà del suo contenuto in un sol sorso lasciando che copiosa gli cada ai lati della bocca andando a bagnare sia quelle logori vesti che indossa, sia parte del bancone e del pavimento di legno. Non esattamente un esempio di buon gusto. VIen però interrotto dalle attenzioni di quel che pare proprio un ragazzino. Non ha idea di cosa stesse parlando, ma inclina il capo in sua direzione e grugnisce interrogativo <Uhr?!> Sbuffando dalle narici e andando a posar il boccale sull'ormai umido bancone.
20:03  Sabnak [Bancone Fu]: < Ora guarda un istante il bambino con aria perplessa, per poi guardare RAven. Tra i due alterna un istante lo sguardo> Vediamo quale lo fa reagire di piu, accetto. < annuncia> Vai li, mollagli un ceffone e poi abbraccialo. E' palese che se il ceffone vale di piu, lui si arrabbia.< emula un respiro> Come è evidente che se vale piu l'abbraccio, non fa caso al ceffone.< parla con sicurezza verso il bambino, indicando con la mano il mutaforma> E se mi chiedi il perchè devi farli tutti e due te, è semplice..< comunica tranquillamente> Tu sei un bambino, io un adulto, siamo due persone diverse, l'impressione che diamo è diversa, sicuramente. < commenta> E finchè non lo vedo che il ceffone vale meno dell'abbraccio, dubito che sia cosi..< fa una pausa> E ceffone, ben dato, non che sia una carezza.< si assicura di quello il fantoccio, per poi guardare raven un istante. Non dice nulla per ora verso di lui, si limita a osservarlo in attesa ceh il ragazzino, magari, vada li a mollargli una manata in faccia.>
20:16  Fosforo: <Tra le carezze dell’amico, l’uccellino si addormenta isolandosi dal mondo circostante. Fosforo continua a guardare Raven, fino a che questo non sbuffa. Allo sbuffare l’angelo si mette l’uccellino tra i capelli e alza la mano in segno di saluto, ricambiando lo sbuffo con uno dei suoi migliori sorrisi, poi sente parlare Sabnak e si rigira. Lo guarda e scuote la testa.> No, non hai capito. Io intendevo che anche un abbraccio lo infastidirà molto probabilmente. E cosa che lo infastidisce ancora di più è lo schiaffo e l’abbraccio insieme, perché così lo confondi e lo fai sentire vittima di uno scherzetto e se c’è due cose che gli uomini o quelli come te odiano è essere confusi e presi in giro. Non ammetto che potrei anche sbagliarmi. Di solito per queste cose mi affido al mio istinto di angelo.<Detto ciò si girerebbe ancora una volta verso raven e lo guarderebbe più volte in vari punti del corpo, per percepire quale sia l’aura di quell’essere> <Percepire auree Lv. I>
20:30  Raven [Umano/bancone]: Pare che il suo comportamento non desti chissà quale dissenso sociale, anzi il ragazzetto ricambia al suo grugnito con un saluto a trenta e più denti. Sbuffa, lasciando correre e socchiudendo per qualche attimo gli occhi prima di concentrarsi per alcuni istanti sulla figura dietro al bambino, il demone. Non lo riconosce come tale, niente che alla sua vista gli possa fornire qualche indicazione in tal senso e anche dall'olfatto non pare avvertire alcun segnale che possa identificare l'uomo come entità sovrannaturale. Tiene dunque i nervi distesi e riporta l'attenzione su quanto più gli interessa al momento, ovvero il boccale di birra che gli sta davanti, ancor per poco mezzo pieno. Ciò che l'angelo potrà osservare grazie alle sue particolari abilità sarà un'aura ben definita attorno alla figura del barbaro, della grandezza di circa un metro. Dal colore grigio, va a presentarsi come fosse quasi solida, solo in alcune parti sbavata con un movimento lento che segue in generale la figuro del mutaforma in ogni sua movenza.
20:33  Sabnak [Bancone Fu]: < ecco che il fantoccio ascolta le parole del bambino e scuote il capo in segno di dissenso. Un espressione in viso di nuovo sconsolata stufa> Prima o poi veramente mi toccherà sbuellarti per tirarti fuori quelle idee dal corpo. A te, e a chi te le ha inculcate! < afferma schietto verso di lui, prima di guardare Raven e tornar sul bambino> Prova a chieder a lui cosa ne pensa.< dice per poi espirare sonoramente, una mera imitazione, ma come al solito, un minimo di mimetismo è fondamentale>
20:45  Fosforo [Banc1]: <Eccola che piano piano l’aura va realizzandosi. La guarda, la studia. E’ come se adesso fosse in un grande astuccio di vetro grigio, sporco da alcune parti, ma poco. In lui non vede cattiveria, ma non vede neanche la bontà. E’ calma piatta. Non può veramente sapere come reagirà, si può basare esclusivamente su supposizioni. Vede la sua, chiara e limpida e poi si gira verso Sabnak. La sua è rossa, scurissima, ma anche quella come se fosse di vetro. Non gli infondeva sicurezza. E così come l’aura anche le parole non erano convincenti, soprattutto quando parla di indottrinamento e sbudellare. Risuonano cupe e affilate come rasoi. Lo guarda. Senza dire niente si alza e sposta il suo sgabello accanto a Raven.> Mi permetta di offrirgli un giro. <Dice, sorridendo a Raven. Tutto sta nel reagire di quella mezza-bestia>
20:53  Raven [Umano/bancone]: Birra che scende ancor copiosa nella gola del mezzo-orso, ma gran parte del giallognolo liquido va comunque ad annaffiar ancor più il pavimento in legno del posto. Il ragazzino gli si avvicina nuovamente e parrebbe volergli offrire un altro giro. <...> Rimane per qualche attimo in silenzio lasciando che lo sguardo si alterni tra la figura del piccolo angelo e quella del demone poco distante prima di tornar a fissar il primo per dirgli con voce dura, rauca ma di certo non ostile <Fa come ti pare.. Vedi solo di non fare casino..> Lo squadra da capo a piedi un'ultima volta. <Mi sembri un po' piccolo per bere, pulce.> E l'attenzione che ancora va' all'oste al quale ordina. <Un'altra.>
20:56  Sabnak [Bancone Fu]: < sogghigna ora guardando i due parlare. Non si muove dal suo sgabello, si limita ad osservarlo nel suo modo d'agire. NOn si sconcentra, guarda l'angelo in ogni suo movimento, in ogni sua parola, saggiando di tanto in tanto le reazioni che l'altro ha. Un espressione in viso interessata. Par quasi cercar di capire le mosse che l'angelo fa. Un attenzione quasi maniacale quella che ha sui due.>
21:10  Fosforo [Banc1]: <Gli occhi fissi sul mezz-orso. Sicuro di sé, e angelico. Soprattuto in quel momento in cui vedeva la sua stessa aura, anche se se ne stanno andando pian piano. Anche Fosforo, come Sabnak presta attenzione, ma mentre Sabnak presta attenzione a lui, li presta attenzione a Raven. Sente quello che dice e si toglie il sorriso da ebete, per mettersene uno un po’ più serio. Lo rassicura> Non è cosa mia fare casino. Amo la pace. E’ così calma…<E lo guarda, per poi sentire la domanda ridacchia> Tranquillo, ovviamente io non berrò birra. <E alla fine di ciò Raven ordina. Prima che l’oste se ne vada ilv ambino aggiunge>Sì, e il solito per me. Offro io. Al mio amico… <Rimane sospeso, e gira di nuovo il viso verso di lui.> Non ci siamo presentati! Io sono Fosforo! <Allunga la mano.>

21:19  Raven [Umano/bancone]: La seconda birra non si fa attendere e senza far complimenti un altro mezzo boccale vien mandato giù. Nel mentre il ragazzetto continua a parlare, ma non riceve alcuna ulteriore attenzione da parte del barbaro, tanto preso dal bere. Almeno così è fino a quando il piccoletto non si definisce suo amico e prova a presentarsi. <Ehi.. Humpf!> Sbuffa poggiando con forza il boccale sul bancone.<Non siamo amici, pulce..> Lo fissa dall'alto verso il basso con i piccoli occhi neri diretti in quelli dell'angelo e le sopracciglia aggrottate in un'espressione decisamente poco amichevole. <Non vuoi starmi attorno.. Fidati.> Chiude, o almeno ci prova il discorso spostando ancora una volta lo sguardo sulla sua birra. Poco socievole, decisamente non in cerca di amicizie. E' solitario l'orso e difficilmente cambierà la sua indole.
21:20  Sabnak [Bancone Fu]: < non smette di ascoltare e guardare i due il demonio. Poi ecco che non dice nulla, semplicemente si alza e ruota la schiena al bancone, iniziando ad incamminarsi verso l'uscita. Non parla, non dice nulla, non saluta nemmeno. Semplicemente procede verso l'uscita, con un sorrisetto sul volto. >
21:30  Fosforo [Banc2]: <La camomilla viene servita con la birra. Questa è già tiepida,forse l’aveva già fatta. Quindi anche lui, imitando Raven, se la scola tutta di un sorso. E come è suo solito, fa un respiro di sollievo dopo aver poggiato la ciotola. Lo guarda. Lo fissa, mentre lo fa, prende i soldi dalla tasca e li mette sul bancone.> va bene, ma lasciati offrire questo giro. <E sistema le monete, così che l’oste le possa prendere in una sola mossa.> Sai, io è da poco che giro per queste lande da solo. Ho giusto Peana… <E si indica l’uccellino in testa> … pensavo che qualcuno sarebbe stato disposto a diventare mio amico. Lei mi pareva una brava persona… <Non proprio bravissimissima, visto che la sua aura non ha risplenduto di bene, ma comunque non cattiva. Un uomo che vive per i suoi cangianti principi.>…comunque se do fastidio posso levarmi… <E china la testa, un po’ triste, curandosi di non far cadere l’uccellino.>
21:38  Raven [Umano/bancone]: Ostile il suo comportamento. Sempre e comunque, anche nei confronti di un bambino, dettato chissà, dal suo passato, dal suo caratteraccio o forse anche dalla profonda conoscenza di sè e della bestia che si nasconde dietro quell'enorme uomo dal quale magari vuol proteggere quell'ignaro angelo. Speculazioni, nulla di più. <Non sono così bravo.> Secco, in direzione del ragazzino dal quale non appare per nulla impietosito. Scende dallo sgabello, si aggiusta l'enorme arma che si porta dietro, legata alla schiena e s'avvia verso la porta della locanda. E' ormai sera, lo si può veder bene dalle finestre e dalla luce delle fiaccole che da fuori tramite esse entran all'interno della taverna. <Occhi aperti.> Sempre duro, sempre verso il bambino. <Ci sono poche brave persone in giro.> Avverte prima di raggiunger la porta ed andare oltre, nel buio della sera, diretto molto probabilmente verso la foresta dove, decisamente, si sente molto più a suo agio.
21:48  Fosforo [Il Bancone è L'embl]: <Di sottecchi, guarda Raven in ogni suo gesto, sperando che diventi un po’ più sciolto. In verità non è per la scommessa. Era partito come una scommessa, o per meglio dire come un tentativo dell’angelo di far notare al demone che il bene esiste. Che non è giusto cedere agli impulsi. Ma il grande olone non conclude niente, si alza e anzi si ammonisce da solo. In tutto ciò il ragazzino lo guarda. Lo guarda anche uscire, con quella frase ad effetto stile serie televisiva. Anche lui si alza.> Sono sicuro che in te del buono c’è. <Si gira, fa un sorriso all’oste e lo saluta con un cenno per poi uscire anche lui da quel posto, il letto lo attende anche se non ne ha poi così tanto bisogno.>

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18/05/2015 18:52
 
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Annotazioni:
Per questa volta passi, ma vorrei leggere tra un angelo e un demone maggiore contrasto, date le loro nature avverse.
Dire che un angelo e un demone siano amici è assolutamente paradossale dato che per Natura si evitano come la peste.
La sola vicinanza provoca fastidio, nervosismo, disagio..mi spiego? Comprendo la bontà dell'angelo ma deve comunque descrivere più astio nei riguardi del demone e viceversa.


Fosforo: 10pe
Raven: 10 pe
Sabnak: 10 pe

Punti aggiornati!

[Modificato da DEOARIS 18/05/2015 18:59]


Laedo, detto l'Antico,
Capostipite della Razza dei Draghi d'Oro
Supremo Sacerdote del Culto del Drago,
Signore dei Draghi dei Regni D'Oriente.
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“Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore”

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