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Alzare la voce non serve e sfocia sempre in violenza {OK}

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2015 22:15
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Città: ROMA
Età: 33
Sesso: Femminile
26/05/2015 02:50
 
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pg: Ascalyn, Eilwood, Fosforo, Raven.


Riassunto: Serata tranquilla all’apparenza, Fosforo passeggia per la foresta pensieroso, Eilwood è in cerca di qualcosa di interessante, Ascalyn si rilassa distesa su di un ramo e Raven cammina per il suo territorio come un animale che controlla che nessuno lo invada. Tutti e tre alla fine si ritrovano nella medesima radura, scambiati i primi convenevoli, la mezz’elfa si fa subito protettiva verso il piccolo angelo perché Raven inizierà ad intimare a tutti di andarsene dalla foresta ringhiando e alzando la voce. Fosforo cercherà di essere diplomatico, Eilwood mostrerà tutta la calma presente nel suo essere… ma provocando comunque il mutaforma, rigirando ogni sua provocazione contro di lui; Ascalyn invece la più istintiva dei tre, inizierà ad adirarsi ed a rispondere a tono ad ogni minaccia dell’Orso. Il piccolo Fosforo alla fine decide di andarsene, mentre Ascalyn ed Eilwood restano li, tanto che alle ultime provocazioni dell’impuro…Raven perde completamente la pazienza e decide di risolvere la questione di “invasione del territorio” e le provocazioni dell’impuro, nell’unico modo a lui conosciuto ovvero con la violenza. Tutti e tre proveranno ad estrarre le spade e ….

Commento: Allora questa giocata aime non poteva finire altrimenti, con un neutrale malvagio e due neutrali puri uno più testardo dell’altro…ma di cui uno conosce solo la violenza…per forza al combattimento. Dopo aver fatto i post di estrazione, richiediamo quindi la presenza di un Master Fato per approvare e proseguire lo scontro su questi termini:

1) Fosforo non sarà bloccato dallo scontro a differenza dei pg Ascalyn, Eilwood e Raven in quanto ha abbandonato la scena.

2) Lo scontro sarà al “primo sangue” nel senso i duellanti punteranno anche a farsi male, ma non fino ad uccidersi.

Il Fatto:

22:12 Fosforo [In The Foresta]: [Notte d’estate. Notte umida. La luna troneggia già vigorosa nel cielo e le stelle da quelle lande antiche si vedono vividamente. L’aria della notte è fresca, di quella freschezza che ti brucia i polmoni e le pareti del naso. L’angelo respira a pieni polmoni, sebbene lui i polmoni non ce li abbia. In verità non ha neanche bisogno di respirare, ma gli piace la sensazione dell’aria fresca e umida che gli passa per i fori. Un istinto gli direbbe quasi di distendere completamente le ali e stirarsi al volerei quel momento. Ma meglio rimanere come già è, senza ali. Solo vestiti classici. E la classica Peana sulla testa, che troneggia impettita. Perché è lì? Quella foresta l’ha rapito. Dalla prima volta che c’è entrato non è riuscito a non sentirne la totale vitalità traspirare da ogni radice e foglia. E poi vuole prendersi un momento per riflettere su tutto ciò che è successo a proposito delle farfalle di ghiaccio]

22:20 Eilwood [Folto Della Foresta]: Notte fonda, buio pesto, per colui che possiede una duplice anima, per colui che in quella sera muove i suoi passi nella foresta. Il suo incedere marziale è sempre lo stesso, eppure i passi dovrebbero essere mossi in modo da risultare il più silenziosi possibile [//Furtività Liv 1]. La notte non è un problema per lui, è un Agente delle Ombre e la sua vista riesce ad essere buona anche in mezzo a quelle Ombre ch’egli serve. [//Oscurovisione]. Prosegue addentrandosi nella foresta mente il dialogo delle due anime è perpetuo. [*Adesso ti sei messo addosso pure quell’aggeggio, non doveva essere un pegno per far analizzare queste diamine di spade?*] Chiede il Demone, quasi stizzito dal gesto. [+Sì, Rahel, ma sai, meglio tenerlo sott’occhio con la gente che giro in questi luoghi.+] Risponde l’anima Mortale. Forse ha ragione, forse si trova in torto… di sicuro l’Oscuro Alter Ego non la pensa allo stesso modo. [*Bah, e chi verredde a derubare noi?*] Chiede di nuovo, provocatorio al suo solito. [+Rahel, hai detto “noi”, che succede? Ti stai affezionando alla nostra convivenza nello stesso corpo?+] Ribatte pungente l’Umano, senza ricevere risposta. Avanza ancora, chiedendosi se incontrerà qualcuno in quella buia notte. È ammantato come suo solito, totalmente in nero, solo bracciali e schinieri metallici sono scarlatti, l’armatura in cuoio, i pantaloni, la veste aperta dalla vita in giù ed il cappuccio con sciarpa che lascia intravedere solo gli occhi scarlatti sono neri. Ai fianchi sono infoderate le lame gemelle, quella con il rubino a destra e quella con l'ossidiana a sinistra, mentre il medaglione guadagnato dal Fattucchiere è fissato al collo. Le lame sprigionano il loro solito bagliore (nero per quella con l'ossidiana, rosso per l'altra)...

22:25 Ascalyn [pressi Radura -albero] Le stelle brillano nel cielo ed assieme ad essere metà faccia della Luna argentea irradia con i suoi raggi la Foresta attorno alla Città Fortezza. Una serata temperata quella che era calata solo qualche ora prima, una leggera brezza da sud scuote le fronde più alte della fitta vegetazione…frusciare di foglie le une contro le altre, in quell’insieme di suoni che non spaventano chi della Madre è protettore ed in compagnia di essa trascorre la maggior parte del tempo…che siano piantine in una serra o che siano grandi alberi di una Foresta...un insieme di suoni caratterizzati dai richiami degli uccelli notturni, gufi o civette che iniziano timidi a lanciare i primi canti al buio. Ma non è solo quello…fruscii di roditori, che si aggirano per il sottobosco, quadrupedi più grandi che si mimetizzano tra i cespugli e la fitta vegetazione…insomma tutti i suoni di un bosco vivo come quello che circonda l’Estrema guaritrice. I profumi della natura le inebriano le narici, quell’olfatto appena più sensibile rispetto a quello umano, come d’altronde lo è il suo udito non propriamente umano ma anzi, tutt’altro; lei di sangue misto, lei anziana della sua razza li a Raad…se bene poi non sia cosi, almeno nell’aspetto…una giovane sulla ventina che se ne sta semi distesa su un largo e basso ramo di un albero, ai lati di una delle tante piccole radure della Foresta. Il capo e la schiena sono poggiati contro il tronco mentre le gambe sono completamente distese in avanti; indossa i suoi soliti abiti una camicia di raso nera stretta contro il busto da un corpetto di cuoio altrettanto scuro, un paio di pantaloni di pelle color tenebra fasciano le gambe e si infilano in un paio di stivali alti sino al ginocchio di puro cuoio neri anch’essi…come nere sono quelle ciocche che in mille onde scivolano sulla schiena e sul petto liberi da ogni costrizione, selvaggi e lunghi…molto lunghi sino ai fianchi. Tra le ciocche spunta quello che è il suo marchio…le piccole punte delle orecchie…caratteristica di chi come lei è un Mezzelfo. Con se porta le sue fidate armi, la spada posta nel fodero al fianco sinistro…e il pugnale ricurvo dall’elsa bianca, simbolo dei Custodi Guaritori, come è simbolo quella spilla appuntata sulla camicia, all’altezza del cuore emblema della sua carica e appartenenza alla gilda. La sacca con tutti gli strumenti per il primo soccorso è sempre con lei ed è stata appoggiata nell’erba alta appena sotto il tronco.

22:36 Fosforo [Into The Woods]: [Si assesta il laccio della lira che gli è sceso un po’ troppo, mettendoselo nel modo più comodo possibile. E cammina, cammina, pensa e cammina.] Eppure qualcosa continua a sfuggirmi…[ Sussurra impercettibilmente, quasi non articola, espelle solo aria, un flebile fischio. Troppe incongruenze, troppe contraddizioni. Si gratta la testa come chi non sa che pesci prendere. E cammina, cammina, pensa e cammina. Si sta addentrando nel bosco ed è adesso che comincia ad affinare la sua percezione delle aure, così da captare ogni movimento più prossimo. L’uccellino pare non volerne sapere di fare un pisolino, ma ogni tanto lancia un cinguettio che riecheggia nel buio del bosco. Anche lei è accarezzata dal freddo. Ed è con tutto questo camminare che alla fine si ritroverebbe in una delle radure del posto. Da qui comincia a decidere se sedersi o continuare, fermo, per ora.]

22:46 Raven [Umano/foresta]: Passi lenti e pesanti continuano ad esser mossi tra rami che si spezzan al peso del mutaforma e cespugli che vengon mossi dalla sua stessa mole. Capelli neri, corti ed ispidi insieme ad una barba incolta, scura, incorniciano il volto di quell'essere a metà che facilmente potrebbe esser scambiato per un uomo di grossa costituzione di circa trent'anni, smascherato dalle sole orecchie che, per i più attenti, appaion leggermente appuntite, eredità donatagli da quella che fu sua madre. Senza problemi nel buio della foresta, aiutato dalla sua capacità di veder anche con pochissima luce (scurovisione), raggiunge una piccola radura. Quella dove, poco prima, è giunto anche il piccolo angelo verso il quale non può che portare la sua attenzione fermando il suo passo ed osservandolo interdetto. [Mh..?!]

22:50 Eilwood [Limitare Della Radur]: I passi dell'Impuro lo guidano attraverso i sentieri, verso una radura, non vede nessuno nell'avvicinarsi, e probabilmente utilizzeràquelo spazio deserto per esercitarsi tranquillamente a muovere le sue lame. Tuttavia, forse per caso forse per azione di qualcuno di superiore, in quella radure qualcuno c'è... Esattamente di fronte a lui, dall'altra parte della radura, una figura umanoide, più piccola della media. [*Oh, bene, un ragazzino, bell'idea quella di uscirtene per allentarti nella foresta*] Commenta il Demone senza ricevere risposta. Oltre a quella piccola figura dovrebbe notare anche le altro due, una figura dalle orecchie appuntite seduta su un ramo e quello che sembra essere un barbaro, lì vicino. Si avvia verso il centro della radura, dunque. [Buona sera a voi tutti] Afferma con tono caldo, profondo e cordiale, come suole fare quando non ha intenzione di far altro se non parlare. Il piccolo angelo potrebbe notare qualcosa di familiare in lui: il medaglione.

23:01 Ascalyn [Albero - Radura]: Se ne sta li distesa ad occhi chiusi, mentre i sensi sono tutti in piena allerta, tipico di chi ha vissuto come un guerriero…anche se ora non lo è più; di rado estrae la spada…lo fa solo se è necessario a proteggersi…per il pugnale è diverso, quello le serve maggiormente per tagliare erbe officinali. Ma quella sera è tranquilla, lo sente nell’aria…nei suoni, nella voce della Madre natura che la circonda, gli animali non sembrano essere spaventati da niente ed i fruscii e scricchiolii sono naturali e non prodotti; almeno lo erano fino a quel momento. Rametti spezzati e rumore di passi poco di stante dal suo albero le fa riaprire gli occhi di scatto, due fari verde smeraldo compaiono tra le ciglia scure, espressione seria sul viso mentre si scosta dal tronco con la schiena per osservare chi sta giungendo. Lo sguardo si abbassa verso il sentiero laterale all’albero, un sentiero poco battuto e ne vede uscire quello che sembra un comune bambino, riesce a vedere bene in quella semi oscurità data dalla luna alta ormai nel cielo [//scurovisione - veterano], come altrettanto bene riesce ad udire quel piccolo cinguettio acuto e melodioso che non è quello di un uccello tipicamente notturno, ma anzi le sembra un uccello domestico, una di quelle creaturine che vede sempre rinchiuse nelle gabbiette di legno del mercato. Gli occhi lo seguono per un po, mentre si ferma in quello spiazzo erboso, guarda anche attorno a lui…ma non sembrano giungere altre figure…quel piccolo è solo. Le labbra si fanno sottili, mentre andrebbe a mettersi in ginocchio sul ramo…con movimenti lenti e ben calibrati, quindi poggerebbe le mani sul legno e tendo salda la presa su di esso, allungherebbe le gambe nel vuoto…resterebbe cosi per un attimo penzoloni, per poi lasciarsi andare in quel breve salto che la separa da terra. Cercherebbe di attutire il tutto piegandosi sulle ginocchia e sfruttando la sua agilità innata [// agilità+1], donatale dal sangue misto, un sangue che le rende i lineamenti simili e piacevoli come quelli degli elfi, appena sporcati dalla rozzezza dei tratti umani. “Ragazzino che ci fai qui da solo?” si fa udire ora, ma nel mentre dice questo, altri rumori giungono al suo udito, i suoni di Raven che spunta dal fitto e si palesa nella radura. Non le ci vuole molto a riconoscerlo e decisa si fa avanti per affiancarsi al ragazzino. E poi…una voce, la voce di qualcuno famigliare, lo strano tipo che aveva assoldato…bene…che compagnia che si era riunita li “Tiendrà Tìe” saluta generica con il saluto di gilda.

23:15 Fosforo [Into The Radura]: [I piccoli passi si fanno strada attraverso il fitto bosco, rompendo piccoli rami secchi da una parte e destando il sonno di alcune lucertole, che scappano ora di qua ora di là. A quello scappare l’uccellino cinguetta,come se volesse spaventarli ancor di più o come se lui fosse in verità spaventato dai movimenti repentini. Ma Fosforo ha ben altro a cui pensare. Infatti il suo capo è chino su ponderanze varie, con una delle mani poggiata sul mento. A non quadra con B, ma quadra con C, ma C quadra con D che quadra con B ma non quadra con A e così via. Forse sono pensieri troppo complicati per lui, ma al diavolo! E’ pure sempre un angelo! I suoi grandi pensieri in un piccolo corpo vengono interrotti da una donna che salta fuori da sopra i rami. Lui salta un pochino alla sua istantanea percezione e si volta verso di lei. Inizialmente è spaventato, ma più per la sorpresa che per altro. Si calma e la guarda] Passeggiavo![ Sorride in uno di quei suoi soliti sorrisi paffutelli e paciocconi. Poi sente arrivare un’alta avoca e prima di essa un’aura. Si gira ancora di scatto verso Eilwood. Lo guarda. Lo riconosce.] Ciao.. [Sufficientemente dice, senza guardarlo negli occhi. Il solo stare là lo rende inquieto e quasi disgustato]

23:27 Raven [Umano/foresta]: Ancora qualche passo vien mosso verso la radura mentre continua ad osservare il piccolo angelo e così facendo vien fuori dalla boscaglia piegando ramoscelli e altra vegetazione che gli ostruiva il passaggio. In quella radura, l'angelo dalle fattezze bambinesche non è neanche il solo, apparentemente. Infatti poco distante da lui nota una ragazza. Gli pare familiare, come se l'avesse vista già in qualche altra occasione, ma la memoria in quel momento non gli è amica. E soprattutto l'attenzione vien nuovamente diretta altrove, da una figura maschile, stavolta, che par giungere dall'altro lato dello spiazzo naturale. Tira su col naso andando ad odorare l'aria fresca e pungente della notte nella foresta, d'istinto, andando a cercar una qualche traccia olfattiva che gli possa esser familiare e sol il ragazzetto gli ricorda qualcuno. Uno sguardo più preciso e riconosce il bambino che qualche sera prima gli aveva offerto da bere. Volto che tuttavia rimane duro, teso e anche nervoso. Birre o meno tutta quella gente è nel suo territorio e questa è una cosa che l'animo selvaggio dell'orso che alberga nello spirito del mutaforma, mai potrà accettare. [Mhr...] Suono basso, simile ad un ringhio esce dalle labbra serrate del barbaro. [La foresta di notte è pericolosa. Andatevene.] Secco. Non vuol sentir ragioni.

23:34 Eilwood [Radura]: Si avvicina ancora al centro della radura mentre le altre persone lì presenti rivolgono le loro parole sia a lui che l'un l'altro. [*Certo che ti vai sempre ad imbarbicare in situazioni strane*] Commenta il Demone, sarcastico. [+Non è un problema per te, vero, Rahel?]Risponde il mortale in quel dialogo che è solamente loro, prigioniero della mente dell'Impuro. Lo sguardo dardeggia verso tutti quanti e un accenno di ghigno spunta sulle labbra, coperte da quella sciarpa che indossa. [A quanto pare non sono il solo a vagare per la foresta e, sì, messere, sono conscio del fatto che potrebbe essere percilosa, ma come potete ben vedere, so come fare per difendermi, in più non stavo andando a cercare pericoli, semplicemente camminare in questo luogo mi aiuta a meditare su cose che son successe e su avvenimenti che devono ancora avvenire.]Proferisce queste parole mentre continua a camminare, osservando prima l'angelo, poi la mezz'elfa, ed infine il barbaro. [Eppure, adesso che ci penso...] Lascia in sospeso la frase volutamente, forse gli sarà chiesto di ultimarla…

23:38 Ascalyn [Radura]: Si farebbe ora vicina al piccolo angelo posizionandosi al suo fianco destro, mentre osserva ancora quei due…l’uomo dagli occhi rossi, il fantomatico cronista…di lui non si preoccupa troppo, lo conosce e hanno un accorto, quello che la preoccupa è Raven…lo aveva visto una volta sola…ma aveva rischiato di litigarci; un uomo grande e grosso che non le piace affatto, non sa che in lui invece si nasconde un anima completamente naturale, una di quelle doppie anime in equilibrio figlie della natura, che la sua gilda protegge nella sede dei Guardiani all’interno della zona delle ambasciate. Palleggiano quegli occhi verdi su tutti, gelido sguardo di chi solo gelo ha attorno al cuore…fin quando non ode le voce del giovane Fosforo che le risponde, gli occhi si abbassano e il capo ruota in sua direzione…nota quel sorriso dolce e spontaneo tipico dei bambini e di rimando spunta, quasi naturale e senza accorgersene, un sorriso morbido e non di quelli beffardi che sono soliti della mezzosangue “non dovresti farlo qui…girare in questo luogo da solo e senza nulla per difendersi è pericoloso…” gli da subito del tu, non si formalizza in etichette che si usano nella quotidianità con gli sconosciuti…ma non solo, la mancina si alzerebbe e si poggerebbe sulla piccola spalla destra dell’angelo stringendosi appena su di essa…una mano protettiva…questo sentimento, rivolto a lui, potrebbe sentire il piccolo figlio di Zaddik se osservasse la sua aurea. E persino Raven, che ora si fa un poco più avanti, sembra dire le stesse cose ma rivolte a tutti…il tono duro…il ringhio…non le piacciono affatto e lei non sa che l’angelo e il mutaforma si conoscono. Quindi d’istinto si farebbe un passo piu avanti rispetto al piccolo cercando di sospingerlo dietro di se “La foresta non è mai pericolosa per chi da essa trae aiuto e conoscenza, quindi perché dovrei andarmene? E’ forse vostra?” lapidario il tono, gelido come l’inverno, mentre lo guardo smeraldo si sposta ora verso Eilwood che parla calmo come suo solito. Lei è istintiva, lei ha ancora in se l’animo del guerriero...ma non solo…in quell’occasione c’è un bambino li presente e non permetterà che gli accada qualcosa. All’ultima frase lasciata in sospeso dal mezzo demone inarca un sopracciglio e lo guarda come se volesse mutamente incoraggiarlo a continuare.

23:51 Fosforo [Into The Radura]: [Il piccolo ragazzino continua a guardare tutti quanti tentando di mantenere la calma solita sua e in generale della sua razza. In verità vorrebbe sedersi in questo momento, ma sa che se lo facesse si dimostrerebbe come maleducato e l’ultima cosa che vuole è fare un torto ad altre persone. Si sta comodi anche in piedi, dopo tutto. E mentre sente parlare Ascalyn è Raven che fa la sua entrata, palesandosi. Ma lo fa in un modo che non fa spaventare Fosforo. Il bambino lo guarda. Lo scruta. Gli ricorda qualcuno. e mentre tenta di ricordare sente parlare il mezzorso. Poi la donna gli mette una mano sulla spalla. Lui la accarezza con la mano del braccio opposto, dolcemente e sorridendole dice.] Vedete, è che questo bosco mi piace veramente tanto. E non posso fare a meno di venirci una volta a settimana. Lo so sono un po’ avventato… [China un attimo la testa, poi si gira verso Raven]… ma comunque non è vero che sono indifeso. Io ho sempre Zaddik con me e la mia lira e Peana! [Si indica la testa] *Cirp*[Saltella l’uccellino verso il dito, mordicchiandoglielo. Poi lui lo rimette apposto. Al mezzodemone neanche uno sguardo, già fa fatica a mascherare tutto l’urto che prova e sentirlo è come unghie che graffiano la lavagna.]
00:03 Raven [Umano/foresta]: I piccoli occhi neri si muovono rapidi osservando prima la ragazza, che pare prender in protezione il piccolo angelo e poi l'altro uomo dall'oratoria decisamente migliore di quanto mai possa sperare il barbaro. L'intimidazione non pare aver avuto l'effetto sperato e ciò non fa altro che innervosire ancor di più il mezzorso che stringe forte entrambe le mani in pugno tanto da far sbiancar le nocche. [Mhrr...] Basso ringhio che ancor può esser udito dai più fini ascoltatori, seguito dal movimento del labbro superior che s'alza tremando mostrando i denti ad entrambi gli sconosciuti che attualmente invadono il suo territorio. [La foresta è pericolosa.] Ripete neanche fosse una cantilena. [E' piena di animali feroci, affamati, nervosi.] Sottolinea quelle parole come se lui stesso fosse una di quelle belve alle quali fa riferimento. [E voi due..] Alterna lo sguardo rispettivamente verso la ragazza e il mezzodemone.[.. non mi sembrate in grado di sopravvivergli.] Duro. [Andatevene!] Secco, intima alzando la voce abbastanza da far prendere il volo a qualche uccello notturno che pacamente se ne stava apolaiato sui rami dei grandi alberi tutt'attorno.

00:18 Eilwood [Radura]: Il piccolo Angelo non lo degna di nota, poco importa per l'Impuro, mentre il barbaro cerca in ogni modo di cacciarli via, trovando scuse alle quali assolutamente egli non cede. [Ogni foresta è piena di animali feroci, ogni sentiero è pieno di ostacoli ed ogni strada può essere pattugliata da banditi, se dovessimo temere ogni intoppo, dovremmo evitre di uscire dalle mura delle nostre abitazioni. Inoltre molte volte le apparenze ingannano, messere, io sono sicuro che sia la signorina, sia la mia persona, siamo perfettamente in grado di badare a noi stessi e, se fosse necessario, di rendere innocue le creature ostili che qui vivono.] Commenta senza variare in negativo il tono, anzi, la voce sembra farsi più cordiale. Le due anime intanto tacciono il loro dialogo, il Demone vuole godersi la scena. [Per cortesia, non alzate la voce, siamo alla presenza di un giovane, non vorrete sicuramente turbarlo. Inoltre posso assicurarvi che, magari non in questa foresta, ma esiste qualcosa di molto più pericoloso di un animale selvatico e inferocito.] Scandisce forse troppo queste ultime parole, ma il senso è chiaro, non gli si deve imporre cosa fare.

00:21 Ascalyn [Radura]: Osserva ancora Eilwood in quel modo interrogativo, ma poi il tocco dell’angelo la fa voltare verso di lui, il tocco leggero, dolce, ne osserva i lineamenti delicati gli occhi azzurri e la voce accompagnata da quel sorriso contagioso “lo so…piace anche a me…ma devi fare attenzione comunque…” non può di certo impedirgli di passeggiare dove vuole, ma si preoccupa…è una guaritrice prima di tutto, ma secondo…odia vedere bambini girare da soli senza un adulto, le riporta a galla ricordi poco piacevoli del suo passato. Quando sente nominare Zaddik, aggrotta la fronte e si fa pensierosa, lo aveva sentito dire da qualcuno…nel palazzo dei culti quelle poche volte che si recava li a pregare, ma ora non ricorda di quale razza sia la divinità..perchè almeno quell’aspetto di quel nome se lo ricorda, non dice niente a riguardo però…quel bambino ha una bella lingua pronta e sa difendersi da solo a parole, questo lo apprezza e non crede sia necessario esprimersi oltre. Nota ora il piccolo uccellino, udendone il richiamo che saltella sul dito del bambino angelico e un ennesimo sorriso compare su quel volto molto chiaro, per fortuna non è tenuto in una di quelle fastidiose prigioni di legno…non sopporta certe cose, gli animali devono essere liberi. Quando però il ringhio di Raven si fa vivido, lei si volta verso di lui e assottiglia lo sguardo, ne studia i movimenti, quel vibrare di labbra, quei pugni che si serrano…nota il nervosismo dell’altro…quel corpo trasuda rabbia ed ostilità [//empatia livello 3], non le risulta difficile capirlo dopo tutti quegli anni a contatto con le persone, con i pazienti. D’istinto lascia il giovane Fosforo e si posizionerebbe completamente davanti a lui, un movimento repentino sarebbe, agile, un agilità che non è propriamente umana [//agilità+1]. Ma è quello che il mutaforma orso dice per ultimo che la fa alterare, tanto da farle digrignare i denti e contrarre i muscoli della mandibola “so bene chi e cosa vive in questa foresta e non ho paura di ciò! Questa è anche casa mia in un certo senso…questo è ciò che ho giurato di proteggere! Conosco la maggior parte dei nomi delle piante che ci circondano e conosco le caratteristiche di quasi ogni animale che vive e che ci sta guardando nel fitto del bosco…e voi ser…li state spaventando!” sentirebbe, attraverso dei brividi lungo la schiena, la paura dei piccoli roditori e dei volatili appena scappati[//unione con la natura livello 3], detto ciò comunque guarda seria Raven per nulla intimidita “e vi sbagliate…saprei sopravvivere benissimo in questa foresta…ho vissuto in posti simili per gran parte della mia vita... da sola..” il tono in cui ha proferito tutti di discorsi non è alto, ma solo semplicemente molto arrabbiato. Le parole di Eilwood cosi calme e pacate la trovano in pieno accordo, quindi annuisce di conseguenza…lui sa di cosa è capace Ascalyn, l’ha vista durante l’attacco del ragno al bosco dei misteri.

00:33 Fosforo [Nella Radura]: State tranquilla…[lui proprio non ce la fa a dare così di primo acchito il “tu”]… faccio attenzione di solito, ma adesso che Voi me l’avete detto farò sicuramente più attenzione. Ma vi prego di non sottovalutarmi solo perché sono piccolo e inerme. Le armi servono solo per gettare il sangue… ci sono tanti, tantissimi altri modi per difendersi…[ E conclude con il classico sorriso a occhi chiusi del bravo bambino che adesso ha capito e farà più attenzione a quello che gli dice la madre. MA adesso si sposta sul dialogo tra Raven e Ascalyn. Li guarda, sente le loro parole e con uno sforzo recepisce anche quelle di Eilwood. Gli dona un lieve sguardo che subito gli fa smorzare il sorriso, si rigira verso la ragazza e l’uomo dotato di grande spadone ormai senza sorrisi. Li sente strillare, più che altro lui e rispondersi per le rime. Sta a lui ora mediare tra le due parti.] Beh… penso che se anche i modi siano stati un po’ bruschi le intenzioni siano buone, e forse la durezza serve solo ad ammonirci di più e a spingerci di lasciar prima questo luogo… Ma anche voi.. [E adesso guarda Raven.] Non vi arrabbiate così, è meglio parlare pacati e sentire entrambi i punti di vista, no? [Trova la forza di sorridere, tentando di pacificarlo]

00:42 Raven [Umano/foresta]: Le ostili parole del mutaforma non paiono ottenere il risultato da lui sperato, ma anzi, non fanno altro che infiammare gli animi dei presenti, o almeno l'animo della ragazza. Molto più pacata è infatti la reazione dell'altro essere a metà che è lì con loro. Sol una lieve minaccia potrebbe esser intuita dalle sue ultime parole, cosa che però è ben lontana dalle capacità interpretative del barbaro, poco abituato a questo tipo di scontri puramente verbali. La guaritrice reagisce in maniera molto più forte, almeno per le consuetudini di quella gente al sud. Ed è su di lei che concentra per primo la sua attenzione. [Zitta!] La ammutolisce, o almeno ci prova alzando ancor più la sua voce dura, rauca. [Credi di conoscer questo posto, ma non sai niente!] A lui un modo di parlare educato nessuno l'hai mai insegnato. [Fanno bene a fuggire!] allarga entrambe le braccia mostrando la suaimponente figura e con le sopracciglia curvate verso il basso e vene sul collo e sulle tempie che s'ingrossano pompando sempre più sangue continua [Sono deboli! E qui, se non fuggono, i deboli.. Muoiono!] Un'espressione gli si disegna in volto. FIn troppo bestiale per assomigliar ad un sorriso, anche se forse era quello l'intento originario. Di fatto mostra ancora i denti. [Solo chi dimostra d'esser forte può rimanere.] Tono che si abbassa leggermente mentre lo sguardo vien spostato anche sulla figura dell'impuro [Chi è debole deve scappare insieme ai ratti!] Sentenzia. Poca attenzione dona all'angelo che invano prova a calmarlo. [Moccioso torna a casa. Vale anche per te.] Occchi neri e gonfi di rabbia che si posan anche sull'angelico bimbo.

00:53 Eilwood [Radura]: Inutile parlare con quell'uomo, inutile parlamentare, la gente come lui conosce solo una sola lingua: quella della lama. [Alzare la voce non servirà a nulla, messere, inoltre io credo proprio che la nostra signorina conosca fin troppo bene questi luoghi e sappia molte più cose di quel che voi credete. Vi continuare a ripetere parlando di chi è forte e di chi è debole, ma cosa è essere forti secondo voi? Avere una spada grande quanto la vostra? Beh, in questo caso, vi sbagliate, ci sono modi e modi per essere forti, c'è chi lo è con le parole, chi con il corpo, chi con metodi non proprio delicati, chi nel numero e chi nel singolo, non esiste una giuste distinzione tra forti e deboli. Il vostro imporvi ne è un esempio: voi credete che facendo la voce grossa riuscirete a mandarci via e quindi sareste più forte, io dico che il vostro gridare vi rende debole.] Eppure ci prova lo stesso, prova gusto nel provare a torturarlo, e forse quelle parole lo faranno scattare, e lì se ne andrà oppure attaccherà... in ogni caso dimostrerà la ragione dell'Impuro. Il Demone intanto ride di gusto. [*Questo proverà a farti a pezzi prima o poi!*] Commenta sicuro. [+Certo, Rahel, e dimostrerà di essere un essere inferiore, e in quell'occasione assaggerà la mia lama, se così sarà, ma non credo proprio+] Risponde l'Umano, dopodiché attende.

01:01 Ascalyn [Radura]: Il respiro è lento, regolare mentre gli occhi verdi non si staccano nemmeno per un attimo dall’uomo con lo spadone sulla schiena, si erano spostati solo per posarsi qualche attimo su di Eilwood, ma poi erano tornati li. L’espressione del Giglio Nero è seria, tirata ed il nervosismo si può leggere in ogni singola parte del suo corpo…i muscoli tesi, la posizione di guardia presa e lo sguardo gelido che rivolge a colui che ha innanzi perché è frontale a Raven. Le parole di fosforo le giungono tranquille alle sue spalle e un sorriso spunta su quel volto di marmo, un sorriso tirato “lo so piccolo che non sei indifeso…sai usare la parola e questa è un ottima arma…ma con certi tipi di persone o creature…servono anche queste…” indica le armi che sono ai suoi fianchi “ma concordo con te…non sempre è necessario ricorrere a spargimenti di sangue me l’ha insegnato un’uomo saggio…il mio Maestro…soprattutto con chi fa solo il gradasso e si gonfia facendo vedere solo i propri muscoli, senza ragionare e vedere al di la del proprio naso” dice serafica mentre il sorriso di piega in una smorfia beffarda. No non riesce ad azzittirla Raven ed infatti prova ad aprire bocca e rispondere, ma Eilwood la precede, dice cose sensate e giuste alle quali non può certo dare torto, tanto che si ritrova ad annuire piu e piu volte man mano che va avanti il discorso, stranamente si accorge anche che il ‘cronista’ l’ha difesa, le provocherebbe un certo moto di irritazione se non fosse che si trovano in una situazione simile e non è il caso di rivoltarsi contro a chi è un proprio alleato. “Voi non sapete quanto io sia forte e quanto io conosca questa foresta…il mio compito è Proteggerla! Proteggere pianta, ogni animale e ogni altra creatura sua figlia!” non specifica quali creature “Quindi io posso stare qui quanto voglio…anzi è compito di tutti i Custodi della Natura sorvegliare che nessun uomo o altra creatura, danneggi questa foresta ed i suoi abitanti!” dice, sono esclamazioni ma la voce è dura si ma non alta. Nel mentre però vedendo comunque gli atteggiamenti altrui, quelle vene pulsanti sul collo quell’allargare di braccia, inizierebbe a cercare la concentrazione adatta pronta a difendersi e difendere chi ha in torno…soprattutto l’Angelo che, per quanto le abbia detto di non essere indifeso, non riesce a fare a meno di proteggerlo.

01:15 Fosforo [Nella Radura]: [LE orecchie di fosforo sono tese all’ascolto della ragazza a cui sorride annuendo.] … ma io non ho solo la parola. [ Annuisce ora l’angioletto, e guarda il mezzo uomo arrabbiarsi con lui. Toglie il sorriso, lo fissa dritto negli occhi e aspetta che tutti finiscano di parlare. Tira fuori le ali con un gesto plateale, facendo volare qualche piuma, ma con gli occhi sempre fissi. Molto di quello che vuole dire l’hanno già detto gli altri, persino l’odioso demone, che l’ha stupito. Sorride dunque, e sentenzia.] Non esiste essere terreno che sappia riconoscere con un’occhiata chi è debole e chi no. E non penso che tu possa farlo. Io ritengo, anzi mi hanno insegnato, che è debole chi affida la forza alla sola lama della spada o alla sola stazza. La forza non sta in quello. LA forza non è alzare la voce per elevare per gonfiare la figura. No. Hai mai sentito un serpente strillare? La forza è qualcosa di molto più profondo. E bisogna essere cauti. Dimmi, diresti mai che la gallina, che passa la vita a beccare chicchi e a fare uova covandole, impazzisca e uccida tutte le altre alla sola vista di un rivolo di sangue? E che un calabrone così piccolo da essere spostato con un soffio sia capace di uccidere una persona con il suo veleno? Comunque, adesso vado. S’è fatto tardi, spero tu sia contento.[La calma serafica del buon pastore non lo lascia mai. Detto questo, guarderebbe infine Ascalyn.] Comunque io mi chiamo Fosforo, ciao! [E lasciandole un sorriso vola via.][exit]

01:28 Raven [Umano/foresta]: Fiumi di parole scorrono nella fresca aria notturna della foresta. Parole sagge che potrebbero far cambiare idea a chiunque abbia ricevuto nella vita una minima istruzione o che avesse mai visto gli effetti che le parole possono portare. Decisamente non il mezzorso che, insieme allo spadone, ha un muro bello grosso davanti a sè costruito in anni di violenze e bestialità e cementato dalla sua indole aggressiva e territoriale. L'impuro continua nei suoi sproloqui che hanno come unico effetto quello di far ribollir ancor di più il sangue all'interno delle vene del barbaro che abbassa le braccia e inizia a muover le dita aprendole e chiudendole all'interno del palmo delle mani. Un tic nervoso. Un formicolio. La voglia di brandire la sua arma e concluder quel discorso in un lago di sangue sale.. Ma viene sopita. Debole di nervi, fin troppo.[Ripetilo quanto ti pare.. Le cose non cambiano.] Cerca di modo di affermar la sua di forza in un campo che decisamente poco gli si addice. Il volto truce e la voce minacciosa le sue uniche armi nell'arte oratoria. Torna a fissar la mezzelfa che continua con la sua storia riguardo a protegger quel luogo. [Proteggere?!] Rimane in silenzio per qualche attimo. [Che cosa stupida! Dici tanto di conoscere questo posto quando non sai un bel niente!] La osserva [Niente ha bisogno di protezione! Chi è troppo debole per sopravvivere diventa cibo per i più forti!] Con il pugno destro va a colpire il palmo della mano mancina aperta, in linea d'area, proprio davanti alla mezzelfa.[Che volete proteggere?! Il coniglio dal lupo?! O magari l'erba verde dallo stesso coniglio?! EH?!]Domanda con la solita voce dura e con l'introduzione di una nota di sarcasmo. Tutti quei discorsi che vanno al di fuori della sua esperienza puramente terrena, non riesce proprio a capirli. Nemmeno quelli dell'angelo che ora si manifesta come tale volando via. Sguardo che per un attimo l'osserva volar lontano, prima di tornare sugli altri due esseri a metà che condividono in quel momento, suo malgrado, la radura.

1:39 Eilwood [Radura]: Quella sera si sono scoperte delle cose interessanti: primo, ha mutilato un uomo davanti ad un angelo e non è stato polverizzato all'istante [+Si vede che non sono così potenti*] Dicono all'unisono le due anime. Secondo, quando si ha a che fare con un barbaro dalla testa più dura del marmo, può diventare divertente l'usare la parlantina. Terzo, quella donna con cui avrà a che fare è una custode della natura... un'ottima serata sotto molti punti di vista. [Fate pure la voce grossa quanto volete, tanto non ne ricaverete niente se non aumentare la mia convinzione che siete più una preda che un predatore, più un debole che dovrebbe scappare che una persona forte con il diritto secondo voi di primeggiare. Adesso credete che il ragazzo era debole e se n'è andato, io dico che ha abbandonato il luogo semplicemente perché si era stufato di ascoltare i discorsi da creatura braccata che escono dalla vostra bocca.] Dicendo questo il tono si fa ancor più cordiale, vuole far innervosire totalmente quel barbaro e gode nel vederlo fremere. Scocca quindi un'occhiata alla mezzelfa. [Non me ne vogliate se parlo di prede e predatori, Custode, ma ritengo che questo sia l'unico modo per far capire al messere qui innanzi a me quanto le sue parole lo faccian sembrare ridicolo.] Torna poi a fissare il barbaro, e sotto quella sciarpa, sorride

01:45 Ascalyn [Radura]: Il piccolo angelo sembra piu saggio di quanto pensa la Guaritrice, visto le parole che pronuncia, metafore che rendono perfettamente l’idea di ciò che tutti e tre stanno cercando di far presente all’uomo che sembra più testardo persino di un suo pari razza, e questo sarebbe tutto un dire visto che di norma i mezz’elfi sono caparbi, molto caparbi…difficilmente possono cambiare idea su qualcosa. Ma all’improvviso un fruscio morbido che ha sentito tante volte, da Yiulihan quando l’avvolgeva con le sue candide ali, Cleo l’angelo dalle ali azzurre, quindi si volta ad osservare il ragazzino da oltre la spalla destra e nota quelle candide ali che la lasciano sorpresa. In parte comprende le parole per prime pronunciate da quello che ora sa essere un giovane angelo dalle ali bianche e annuisce come a rispondere a se stessa, vedendolo iniziare a prendere quota. A sentire il suo nome sorride di rimando e risponde “Ascalyn!” il proprio nome, cosi che se il giovane figlio di Zaddik, avesse avuto bisogno di lei per qualsiasi motivo, avrebbe saputo chi cercare. Non indugia ulteriormente sulla figura alata, perché torna con lo sguardo smeraldo sulla minaccia principale e quelle parole rivolte a lei sulla protezione la fanno infuriare, sta volta la voce si alza e anche troppo “Non siate ridicolo! Quello che voi nominate è semplicemente la legge naturale delle cose! Il pesce grande mangia il pesce piccolo e cosi deve restare! Ma se gli uomini o non, mettono a rischio tutto ciò noi interveniamo! Esistono uomini o non mio caro ‘sono il più forte solo perché ho i muscoli’, che uccidono i lupi, gli orsi e ogni altra creatura vivente senza alcun ritegno! Da questo proteggiamo questo posto! Da chi lo minaccia e lo vuole distruggere!” è esasperata ed arrabbiata, il rossore sul viso lo dimostra apertamente. Alle parole di Eilwood rivolte a lei direttamente annuisce “si, ma credo che qualsiasi cosa gli diremo a lui non importerà, è più testardo di un Mezz’elfo, l’ho gia incontrato una volta…ed è stato uguale…non capisco perché questo suo accanimento a scacciare chiunque…questa è una foresta e fino a prova contraria non è di nessuno, nemmeno dei Re o delle Regine di Raad, è della Natura e delle creature che la abitano e di chi con rispetto ad essa si avvicina!” scuote il capo “E comunque non chiamatemi custode…ho un nome…Ascalyn…” si presenta ad Eilwood, in fondo lei sa il suo o quanto meno quello che le ha dato come tale. Osserva ancora l’uomo che sembra iniziare a perdere ancora di più la pazienza, pronta ad ogni eventuale reazione.

02:12 Raven [Umano/foresta]: E il muro che il mutaforma con il tempo ha costruito va a cozzare con l'inflessibilità dei due contro i quali si è ritrovato in quella sera. Le parole dell'impuro colpiscono a fondo nell'orgolio del mezzorso a cui fin da ragazzino è stato insegnato a risolvere qualsiasi tipo di problema con la violenza, senza dover usare inutili parole. Parole che son uscite dalla sua bocca anche più del necessario. [Una preda..? Un debole..?] Ripete quelle mentre lentamete porta le mani, tremanti per la rabbia verso l'impugnatura dello spadone che porta allacciato dietro la schiena. Cuore che pompa più e più sangue, respiro che si fa sempre più rapido, adrenalina che inonda le fibre muscolari del mutaforma. Un movimento secco, deciso, è quello che porta l'enorme ammasso di ferro fuori dal suo fodero, tenuto ben saldo con entrambe le mani attorno all'impugnatura, la sinistra più in basso della destra con una distanza di circa sette centimetri tra le due. Gamba sinistra che vien spostata più avanti rispetto alla destra, con la sua posizione chiaramente diretta verso l'impuro. Arma tenuta con il filo tagliente verso il suo bersaglio, inclinata quarantacinque gradi rispetto al terreno. Pronto a combattere. [AVANTI! Vieni a prendere questa preda!] [E tu!] Rivolge il capo verso la guardiana. [Assagerai di persona come la foresta si difende!] Del resto quella è casa sua, lui ne fa parte.

02:20 Eilwood [Radura]: Ebbene, aveva ragione, di nuovo... Vedendo l'uomo portare le mani alla spada anch'egli porterebbe la destra, con un movimento semicircolare, a stringersi attorno all'impugnatura della sciabola tenuta infoderata sul lato sinistro. La mancina intanto andrebbe a tenere fermo il fodero in modo ca consentire un'estrazione più fluida. Il braccio destro, dalla posizione presa, andrebbe ad essere portato avantia se, perpendicolare al corpo, in modo che la lama arrivi ad essere rivolta verso il terreno, poi, con una torsione di polso e braccio, la lama verrebbe portata con la punta rivolta verso l'alto ed il filo verso l'esterno, tutto sul fianco destro, quello giusto. identico ma speculare movimento verrebbe fatto poi con la mancina in modo che l'Impuro abbia entrambe le armi in mano, ancora non muove le gambe se non per una piccola piega alle ginocchia, che gli consentirebbe forse di scartare di lato un attacco. [Ascalyn... state indietro, qui me ne occupo io] Direbbe solamente, senza prestare attenzione alle parole del barbaro.

02:29 Ascalyn [Radura]: Il metà orso non ha capito che invece entrambi, sia lei che lui, sono dalla stessa parte, lei protegge quelli come lui da eventuali umani che possano pensare di catturarli per rivenderli come divertimento nelle corti, o peggio ucciderli per chi sa quale strano motivo…non capisce che lei la natura la ama con tutta se stessa, non capisce che si è messo contro la persona sbagliata…perché anche lei dalla natura trae giovamento ed aiuto. Quando lo vede gridare verso Eilwood e poi rivolgersi a lei con quelle ultime parole, la mezzosangue sospira e scuote la testa “non avete capito niente! Siete uno sciocco violento!” ed è strano sentilo dire da lei che da tempo non è assetata di vendetta, che da tempo non estrae la spada per difendersi contro creature umane o quantomeno simili. Quell’enorme spada, se sarà estratta, sarà la goccia che farà traboccare il vaso, gli occhi diventano due pietre gelide verdi come le foreste, il viso una maschera di pietra. La mancina si poserebbe sul fodero della spada stringendolo con cura quindi la mandritta andrebbe a stringersi attorno al cuoio dell’elsa. In un movimento semicircolare del braccio destro piegato innanzi al petto in un angolo di circa quarantacinque gradi, movimento che si attua da sinistra verso destra, cercherebbe di tirare fuori l’arma dal cuoio e portarla cosi parallela al terreno, con la punta rivolta verso il nemico, quindi in avanti. Le gambe sarebbero divaricate in una larghezza pari a quella delle spalle, la posizione del busto sarebbe defilata in guardia, mostrando il fianco sinistro al nemico. Se l’estrazione fosse riuscita, invece di restare li immobile, cercherebbe di allontanarsi almeno di 5 metri dal mutaforma e dall’impuro…la sua intenzione non sarebbe quella di usare la sua spada…almeno non ora, prima avrebbe cercato aiuto dalla Natura stessa. I passi che proverà a compiere, la porteranno ad arretrare ed a distanziarsi lateralmente dallo scontro diretto. Come dettole da Eilwood.

[GDR PAUSA IN ATTESA DI MASTER FATO]
[Modificato da Ascalyn 26/05/2015 02:50]
[§ Il Giglio Nero - Ascalyn Syrus §]


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