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{Il Potere..è una pericolosa guida delle nostre azioni}{OK}

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2015 18:44
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18/06/2015 19:22
 
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Quest per incoronazione re elfico; PG: Vonatar, Uriel; LUOGO: Foresta di Raad -> MASTER: Laedo
RIASSUNTO:
In una radura, in cima ad un colle, della foresta di Raad il popolo elfico ha allestito un importante e sacro evento: l'incoronazione del nuovo sovrano elfico.
Gli Anziani a seguito del potere mancante che riunisca in una sola Guida tutte le Casate elfiche eleggono tra il loro popolo, Vonatar Anveliceyon, già Estremo Guaritore della gilda dei Custodi della Natura.
Tra il popolo di Raad spicca un elemento appartenente ad una razza poco avvezza agli incontri con le razze mortali: un angelo.

Tutto ha inizio con una processione scandita da magnifici cori elfici...

Buona lettura e buon ascolto!





[ATTENDERE RESPONSO]
Il sole sta ormai tramontando dietro le montagne, e le ombre si oscurano sempre più nei boschi quando al sorgere delle tenebre un manipolo di popolani, attratti dalla notizia, si raduna presso la foresta di Raad. Il sentiero - da essi percorso - s'inoltra tra gruppi d'alberi ove già è penetrato il crepuscolo. La notte discende sotto le fronde mentre i popolani avanzano e gli Elfi, di ogni casata e lignaggio, accendono le loro lampade d'argento durante la processione lungo una radura, posta in cima ad un colle, appositamente adibita all'evento tanto annunciato: un nuovo Re sta per essere incoronato. Così come le più comuni razze festeggiano solitamente spargendo allegria e bagordi per le strade gli Elfi si distinguono per la pacatezza di quella ritenuta essere una sacra cerimonia. Lungo tutto il percorso - dalle mura della cittadella fortificata alla radura posta in cima ad un colle nella foresta di Raad - gli elfi eseguono una lenta processione, reggendo lanterne che emanano bagliori argentei e intonando canti di buon auspicio per il nuovo regnante. Per chi non è abituato sicuramente gli elfi incuteranno un certo reverenziale timore oppure susciteranno un'insolita curiosità.
[TURNI: VONATAR, URIEL. GDR PLAY!]


VONATAR [Foresta Radura]: Una lunga scia di luci illumina come un serpente la foresta. E' un serpente di festa per il popolo degli Elfi, oggi un nuovo Re per loro sarà incoronato. Non si aspettava quella notizia. Aveva provato una volta, prima della guerra a diventare Re degli Oscuritas ma aveva fallito contro Salazar che lo aveva scalzato in una maniera indegna. Adesso invece è lui a diventare Re di tutti gli elfi non solo degli oscuri ma di tutta la sua razza. Il Grande Re. Le canzoni intonate dagli elfi in processione per venire a vedere la sua incoronazione percuotono la foresta in un canto soave che si rende tutt'uno con la foresta. Spera che molta gente arrivi per ammirare lo splendore di quella che sarà la sua corte, anche i suoi Custodi della Natura di cui di loro non si è dimenticato e di cui lui è l'estremo guardiano, il capo militare della congrega. Se anche il suo maestro Galian lo potesse vedere in quel momento forse ne sarebbe contento. Ha il mantello tipico dell'estremo guardiano indosso. Forse tra poco gli daranno altri oggetti che lo distingueranno come Re, mentre aspetta davanti a quello che sarà il suo futuro popolo.

URIEL: [Sentiero] Attraverso la moltitudine di sentieri tra le propaggini della foresta, al di fuori delle mura della cittadella, sotto le sorgenti celesti di Zaddick, la sera scorge luci e ode lontano l'eco di un canto... non una solita ballata come tante se ne odono per le strade di Raad, ma una musica lenta e melodiosa capace di dare un ritmo persino al movimento delle ali dell'angelo dovuto sinora solo al dettame del vento. Si stupisce di quanta armoniosità possano possedere le membra e le voci di esseri nati e cresciuti sulla terra. Abituato ai cori angelici, il vendicatore decide di indagare più a fondo decidendo di prendere parte ad un evento che normalmente non lo condizionerebbe più di tanto, eppure sente come un richiamo in questa sorta di raduno e comunque potrebbe essere un'ottima occasione per incontrare altri angeli, magari attratti per lo stesso suo motivo. Assai si meraviglia perchè sinora non ha incontrato elfi in quella terra che accendono fuochi nè intonano canti la notte. I cantori, infatti, usano una lingua che non ha mai udito prima nè in bocca agli uomini nè tra le labbra delle ninfe. Segue con lenti passi il sentiero affiancando, senza paura, la processione degli elfi standosene in silenzio tra le ombre notturne degli alberi, vestito solo di una tunica azzurrina, sandali ed una cinta in vita che trattiene una spada , guardando la strada innanzi a se ed ecco che presto scorge strane genti...il volgo mortale della cittadella.

[ATTENDERE RESPONSO]
D'un tratto furono tutti di nuovo all'aperto, sotto un pallido cielo notturno punteggiato da qualche stella precoce; si stende innanzi ai presenti un ampio spazio senza alberi, di forma ovale e dalle estremità ricurve. Al di là vi è un profondo fossato, immerso in tenute ombra, ma l'erba sull'orlo è verde, memore dell'ardore del sole scomparso. Ancor oltre, si erge alto un verde muro che circonda un verdeggiante colle ove si affollano alberi dalle foglie dorate più imponenti che si fossero mai visti..impossibile precisare la loro altezza: giganteggiano nel vespero come torri viventi. Tra i loro rami frondosi e le loro foglie sempre vibranti, brillano innumerevoli luci verdi, oro e argento. Al fondo della radura, in cima al colle, un albero maestoso svetta tra i più snelli: l'imponente fusto è liscio e irradia il bagliore cangiante della seta grigia; si drizza verso il cielo, accompagnato, da una certa altezza in poi, dai primi rami che aprono le loro immense membra sotto un'ombrosa nube di fogliame. Lo scenario è immerso in una tenue luce. Molti Elfi siedono su scranni candidi posti proprio innanzi al maestoso albero e nel loro mezzo un trono sormontato da un baldacchino di rami viventi, candido come la neve, come fosse stato scolpito nelle ossa del mondo, attende di colmare un posto vuoto. Accanto agli elfi anziani di ogni casata prende posto, restando ora in piedi, un giovane virgulto pronto a rivestire il ruolo che gli spetta. Scalzati gli antichi contrasti il consiglio degli elfi ha optato per una forza fresca e giovane che guidi la nazione elfica verso sempre nuovi splendori. Vieni erede di Kushiel..non puoi non sentire il richiamo di una razza così antica sulla Terra tanto quanto la tua in Cielo. Elfi e Angeli..razze apparentemente diverse, ma unite in realtà da molti punti comuni.
[TURNI VONATAR, URIEL. GDR PLAY]


VONATAR [Foresta Radura]: Un cerchio di scranni su cui gli Anziani siedono maestosi dei loro fieri secoli di saggezza. Quando essi lo chiamano egli avanza verso di loro, li osserva ad uno ad uno scruta i loro volti che emanano saggezza infinita e antica, figlia del contatto stretto con la natura che hanno saputo stringere da quando tutto ciò che li circonda sarebbe stato creato. La luce è tenue ma egli ci vede benissimo e vede anche gli stessi elfi anziani chiamarlo a loro e procede nella loro direzione proprio per ricevere quel potere che gli vogliono dare. Un potere frutto di un lungo patto con la natura che deve continuare, che deve stringersi più saldamente dopo anni di guerra e sofferenza che hanno provato duramente tutti loro. Si fa avanti quindi verso di loro in attesa delle loro parole.

URIEL: [Radura] Non vede nessun consanguineo o seguaci di Zaddick tra quella folla, ma solo popolani di sangue misto ed elfi che sempre continuano a cantare con grande gioia come avessero avuto ragione dallo sfuggire a tutti i perigli della vita e di essere giunti finalmente a una terra libera da paure. L'angelo stette a guardarli a lungo e, nel suo cuore, nacque un sentimento di amicizia per essi; rimane però nascosto dal centro della colonna preferendo seguire i passi alla periferia del corteo finchè tutti non giunsero all'interno di una vasta radura che si inerpica su di un colle. La musica non si ferma per un solo istante e tutti stettero ad ascoltarla. Sembra quasi che tutti si siano assopiti udendo il canto quasi celeste delle creature elfiche. Nessuno parla o si muove. Volti che trattengono la beatitudine - tipica degli angeli - negli occhi e nei lineamenti..come è possibile che esseri così perfetti non discendano da Zaddick? Che siano essi traditori di sangue? O abbiano abiurato una fede? O ne abbraccino una che tanta grazia dona alle loro movenze? Si domanda l'angelo che il loro intelletto sia impreziosito di sapienza tanto quanto quello angelico. Per il momento arresta i passi e si sofferma ad osservare la scena che gli si para innanzi. Un elfo, dai colori scuri, l'unico ancora in piedi tra coloro che siedono sui troni, si porta avanti accanto ad un suo simile che si è appena levato dalla seduta. Come innanzi ad un teatro attende di cogliere il significato di quanto stia mirando.

[ATTENDERE RESPONSO]
Oggi solo le ali saranno l'unica differenza tra la razza angelica e quella elfica. Alla destra dello scranno un Elfo si leva dalla seduta posa per accogliere gli ospiti di quell'incontro, secondo l'usanza degli elfi,e anche di coloro che fra loro non vengono considerati come potenti. Gli si mostrano molto alti e la statura delle dame è pari a quella dei signori ed i loro volti si mostrano gravi e belli. Le vesti sono bianche ed i capelli delle dame variano dall'oro intenso al nero corvino, a seconda delle casate; mentre i signori mostrano, per lo più, capigliature argentee lunghe e lucenti. Nessuna traccia d'età, salvo forse la profondità dei loro occhi, penetranti come lance eppur impenetrabili, come abissi di arcaici ricordi. L'elfo, con un cenno delle braccia, indica a Vonatar di prendere posto restando in piedi innanzi allo scranno vuoto mentre leva la voce, che pure risulta pacata e melodiosa, rivolgendosi a tutti gli astanti "Mae govannen " dando il benvenuto nella sua lingua a tutti i presenti. Una dama elfica, dai capelli chiari come il sole ma dai riflessi argentei come la luna, si alza in piedi ma non pronuncia parola bensì mira a lungo il viso di colui che guiderà i loro destini. Il Signore elfo riprende "Qui ve ne sono alcuni ma non tutti" esclama per poi continuare ".. manca un elemento essenziale per guidare noi tutti verso un sempre nuovo futuro" sorride indicando con una mano lo scranno vuoto. Nel frattempo un umano piuttosto anziano a braccia incrociata emette una breve risata come fosse piacevolmente colpito nel sentir parlare gli elfi nella loro lingua "eh eh.." ridacchia per poi commentare voltandosi per qualche secondo verso Uriel "Quello lì..quello che parla è uno dei capi.. e lei..quella là in piedi è la Dama..la Roval Ari..Roval ana..qualcosa del genere...insomma.." spazientito nel non veder probabilmente Uriel particolarmente interessato al suo dire "..quella che ha governato finora gli elfi" si gratta la gola per poi sputare nel prato poco distante.
[TURNI VONATAR, URIEL. GDR PLAY]


VONATAR [Foresta Radura]: Si fa avanti dunque quando l'elfo lo chiama al suo cospetto. Senza timore e a testa alta avanza verso di lui. Lo sente pronunciare saluto verso la folla e verso coloro che curiosi sono venuti a vedere quello spettacolo offerto dalla sua gente. Rimane in silenzio mentre osserva anche la dama che aveva tenuto fino a quel momento la carica di regina. Sostiene il suo sguardo a lungo mentre l'altro Elfo sostiene il suo discorso. L'austerità della dama che ha davanti di certo non passa inosservata così come la sua bellezza. Rimane in attesa che il rituale si compia. Si sente stranamente leggero, senza timore e libero da qualsivoglia pensiero. Per adesso, fino a quando non sarà Re.

URIEL: [Radura] Sì, sapienza si trova nelle parole di uno dei capi della razza elfica ed i cuori che lo odono forse tendono a diventare un poco più saggi, di volta in volta..forse è così che scelgono le loro Guide. I cori accompagnano coerentemente la scena facendo apparire la cerimonia come una nitida visione di un sogno ai loro mortali occhi, e la lingua elfica viene interpretata da ciascuna mente secondo il proprio metro. Un popolano umano ridacchia ed Uriel dal principio non lo nota se non fino a quando egli non si gira verso di lui per argomentare parole che rotolano fuori dalla sua bocca con lo stesso sapore acre di cipolle fritte. "Da quando un essere umano s'intende delle faccende degli elfi ed intorbidisce la loro lingua con il proprio volgo?" domanda acido. Poi si zittisce mentre le ali fremono. Rimane in attesa.

[ATTENDERE RESPONSO]
Fatyel, la Roval Aran, la Dama regnante su tutta la comunità elfica, rivolge le sue prime parole "Una tenebra si stende dietro di noi" disse "e noi le abbiamo volto le spalle e non desideriamo tornarvi neppure col pensiero. I nostri cuori si sono volti all'Occidente, e noi riteniamo che lì troveremo la Luce".La sua voce è chiara e armoniosa ma più profonda del tono solito di una donna. Si volge verso Vonatar mirandolo "Conosci la tua missione" perentorio ma suadente la voce di Fatyel e così dicendo fissò lo sguardo di colui che è ora nuovo re, esplorandolo in silenzio. Pochi attimi che paiono un'eternità prima di sciogliere l'abbraccio del suo sguardo per voltarsi, afferrare una corona che viene avvicinata da uno degli anziani e portarla sul capo sul nuovo sovrano "Questo è ciò che vi dico: Vonatar, Roval Aran di tutti i clan degli elfi, ora sei il Signore d tutti noi. La tua missione è perigliosa ma non disperare sinchè esisterà speranza nel cuore di una comunità che ti sarà tutta fedele" sentenzia prima di poggiare la corona sul capo di Vonatar. A seguito di tale atto il popolo esplode in un giubilo finora trattenuto. Congratulazioni Vonatar, Gran Re di tutte le fazioni elfiche. Ora va e compi il tuo destino!




[TURNI VONATAR, URIEL. GDR END. Se volete proseguite in Automastering!Buon Game!]

VONATAR [Foresta Radura]: Pochi istanti neanche il tempo di prepararsi un discorso che nel giro di breve tempo gli viene posta la corona di Gran Re sulla testa. Quando questa sarà sul suo capo rivolgerà lo sguardo alla Roval Aran osservandola per qualche istante e rispondendole. "Difendevo la natura e le sue leggi già prima di ricevere questa corona. Come Custode della natura è mio compito fare ciò, ma adesso che sono anche vostro Re, il legame che ci unisce diventa ancora più forte e più stabile. Adesso possiamo viaggiare insieme verso un futuro di splendore e fare in modo che le nostre forze si stringano sempre di più. Lunga prosperità al nostro popolo!* dice prima di fare come gli ha detto la Roval Aran.

URIEL: [Radura] L'aria è dolce e mite quasi come fosse ancora primavera e ogni attimo passato in quella notte pare luminoso e limpido come il sole in pieno giorno, eppure vi è la stessa quiete profonda e pensierosa dell'inverno. Gloria ad un nuovo abitante di questo mondo..gloria ad nuovo re..le ali fremono non per collera o invidia..anzi..desidera saperne di più. È il momento di unire le trame di questo 'periglioso futuro'. Il Potere..è una pericolosa guida delle nostre azioni. Una lunga strada grigia serpeggia a perdita d'occhio, una figura distante percorre lenta la strada..dal principio è piccola e imprecisa, e man mano che avanza diviene sempre più grande. Ora il volto del Gran Re è ben visibile e forse sì o forse no gli sguardi si incroceranno mentre l'erede di Kushiel si allontana. Le sua li si protendono verso il cielo, e le sue mani si rivolsero verso l'alto con un gesto di rifiuto e di diniego. Voleva incontrarli in separata sede. È soltanto il principio.





Laedo, detto l'Antico,
Capostipite della Razza dei Draghi d'Oro
Supremo Sacerdote del Culto del Drago,
Signore dei Draghi dei Regni D'Oriente.
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“Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore”

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23/06/2015 18:44
 
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GDR APPROVATO

Vonatar = 15 pe

Uriel = 15 pe


LUnga vita al re degli elfi !!!




-Galian erede di Gandar-
centauro di Plutone
Supremo Custode della natura

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