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Tempi oscuri tempi di guerra {OK}

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2015 13:39
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11/05/2015 23:22
 
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Frederik - Litea
Frederik - Litea

I due si incontrano nella foresta l'uomo si sposta nel territorio di caccia della predatrice e per la prima volta la incontra in forma di lupo, la muta forma non pare essere soddisfatta di trovare l'uomo li ma alla fine pare rilassarsi un po nei confronti dell'umano.

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Litea (-> Forma Animale - Folt) È protetta dalle ombre del sottobosco e guidata dalla luce che filtra tra le chiome degli alberi e si riflette sulle sezioni bianche sotto gli occhi, dono di una natura perfetta, ogni parte di lei in quella forma modellata per sopravvivere. Il muso è basso, raso terra: fiuta. Con l’olfatto scandaglia ogni tratto del suo territorio, il trotto silenzioso quanto leggero grazie ai cuscinetti perfettamente aderenti al terreno umido e ai muscoli di un corpo selvatico. È il tartufo a stabilire il percorso, ogni senso asservito. Le orecchie seguono la direzione indicata dalle tracce olfattive, gli occhi gialli non puntano che dove esse indicano. Questo livello di percezione la rende davvero parte della foresta, consapevole, una delle infinite parti che ne manifestano la vita. Una delle più pericolose al momento, freme alla minima traccia di ungulato, ignora il manifestarsi di ogni altra forma che affolla il suo spettro. Pelo caduto tra le foglie marce: capriolo, maschio, nel pieno dell’età e della stagione riproduttiva, sano, nutrito, passato in quel luogo all’alba…una miriade di altri dati si accavallano, originati da quel campione. La lupa è scossa da una scarica di adrenalina che cerca di tenere a freno, ha fame ma è pieno giorno, senza contare l’agilità di un bersaglio del genere

Frederik (-> Folto) Cammina nella foresta, è una giornata serena, vaga senza meta ascoltando i rumori del bosco, questa volta è più silenzioso di altre volte, pare non gli interessi essere sentito quindi cerca di ridurre il rumore per quanto la sua natura umana gli permetta, la primaverà è già arrivata da un po ma pare esplosa nella sua magnificenza dopo le piogge dei giorni passati. Indossa i soliti abiti neri, pantaloni e casacca di taglio militare, la casacca leggermente sbottonata visto l'aumento delle temperature, non indossa il solito mantello che sarebbe solo un impiccio in mezzo alla boscaglia, gli alti stivali lo proteggono da rovi e spine ed i guanti coprono le mani, il cappello a falde larghe calcato sulla testa. Avanza quindi nel folto diretto al laghetto ma non pare avere particolarmente fretta, porta le solite spade la lunga alla schena e la corta al fianco destro accompagnate dai pungali da lancio sul petto ed il solito pugnale nascosto nello stivale. Non si avvede del lupo ed avanza quindi indisturbato.

Litea (-> F.a-folto) L’istinto ha il sopravvento, segue quel che del capriolo è rimasto impresso nell’ambiente. Una zampa dopo l’altra, con cautela ma allo stesso tempo la rapidità che può permettersi. Con la primavera il pelo è cambiato, è più corto nonostante presenti ancora chiazze dalla precedente lunghezza, la muta non del tutto completa. Non appare quindi massiccia come d’inverno, magra, bizzarra ma pur sempre armoniosa la proporzione tra la lunghezza della parte terminale delle zampe. Ipnotizzata dalla traccia, non percepisce fino all’ultimo un altro odore, pungente, che le fa bruscamente interrompere il trotto. C’è un uomo. Il pelo sul collo si solleva per l’ostilità, le orecchie si appiattiscono. Non ha la minima intenzione di rivelar la sua presenza ma non rinuncerà a controllare la situazione e studiare l’intruso. Perché di intruso si tratta, ovunque lì attorno è marcato il suo odore, è il suo territorio. Non che un bipede possa accorgersene, quasi gliene facesse una colpa. Quasi dimentica della precedente eccitazione predatoria riprende con passo più lento e ulteriore cautela, quatta. E più si avvicina al bersaglio, più riesce a percepire qualcosa di familiare nel puzzo di umano. Frederik! È così meravigliata, il suo olfatto talmente coinvolto che le sfugge uno starnuto e recalcitra, non più sicura di come proseguire. Quel suono potrebbe tradirla, per questo si ritira al riparo delle fronde nel tentativo di rendersi invisibile. Ancora qualche passo e sarà lei ad avere la visuale sul bipede.

Frederik (-> Folto) Cammina spostando delicatamente i rami, con le orecchie attente ai rumori del sottobosco ma nulla percepisce della lupa a caccia, ode i richiami dei volatili che fanno i nidi di ritorno dal sud ma nulla del predatore, solo un rumore simile forse ad uno starnuto lo mette sull'attenti, avanza leggermente sulla difensiva e scruta il basso fogliame piuttosto rado e quasi assente dove il bosco è più fitto, fa vagare gli occhi verdi tra gli alberi che lo circondano, moltre ombre dominano lo spazio e solo qualche cono di luce penetra più luminoso dal fogliame. Avanza quindi ancora lentamente.

Litea (-> F.a. Folto) Eccolo lì, il duca. Finalmente sotto lo sguardo della lupa, in tutta la sua sorda umanità. Dal nascondiglio lo osserva, quando avanza si porta più lontana, lo aggira cercando di non perdere mai la copertura del sottobosco. Il suo pelo non stona con le tinte della vegetazione, le sue zampe sono fatte per adattarsi all’irregolarità del terreno, i suoi movimenti lenti e calibrati per non rovinare il mimetismo. Ha gli occhi gialli puntati sulle spalle del bipede, dentro di sé sogghigna per l’ilarità della situazione. Da lì potrebbe atterrarlo senza problemi, buttarlo a gambe all’aria in un balzo, sfruttare i suoi carenti sensi umani. Pregusta con tutta la goduria di cui una predatrice è capace la sorpresa, muove un passo per farsi più vicina, poi un altro…*crack*. Gli occhi della lupa si spalancano in puro terrore, questo è quel che succede quando si lascia che emozioni umane perturbino l’animale, si perde il controllo. La lupa ha schiacciato un rametto con l’anteriore producendo quel sonoro avvertimento. Non esita, schizza via di nuovo nel folto con tutta la foga di cui è capace. Un ammasso di pelo grigio, rossiccio e bruno che cerca riparo tra i cespugli. Forse troppo tardi, se l’uomo fosse dai pronti riflessi di certo non si perderebbe il guizzo di una coda, l’ultima parte di lei a scomparire nel verde, e un notevole agitarsi di fronde

Frederik (-> Folto) Avanza verso la sua destinazione totalmente ignaro della lupa in agguato, qunado ode un rumore un ramo spezzato alle sue spalle, non avrà sensi sviluppati quanto un lupo ma i riflessi da combattente si, come un fulmine ruota su se stesso sulla difensiva e mentre ruota le mani fluide estraggono ognuna un pugnale da lancio dai foderi del petto, si volta quindi e nota una macchia di pelo schizzare tra gli alberi, riconosce un lupo che sparisce in pochi secondi, solleva le braccia per scagliare le armi calcolando la traiettoria dell animale per andarlo a colpire dove si troverà, calcoli che dopo anni passati a combattere non automatici quasi inconsci, ma poi si blocca ed abbassa le braccia, nessuna arma parte forse un pensiero gli attraversa la mente, si sente un po stupido forse a parlare con la foresta [ Litea? ]

Litea (-> F.a. Folto) Tutte le sue energie sono concentrate nella fuga, nella ricerca dell’ennesimo nascondiglio. È mentre vola nel sottobosco che la voce del bipede la raggiunge. Beccata. L’animale si blocca, come congelato. Come uscirne con dignità? Le orecchie sono piatte per la stizza, il pelo ritto e la coda bassa. Si costringe e voltarsi, a tornare sui suoi passi con andatura lenta e svogliata. Cerca di darsi un contegno quando si mostra all’umano, la coda ora parallela al terreno ma tutti gli altri segni di ostilità sempre presenti. Si ferma a pochi metri da lui, lasciandosi guardare. Quando lo osserva a sua volta nota sbigottita le armi che ha pronte in mano e mostra i denti. Il mercenario potrà sentire una voce acida rimbombargli nella mente (telepatia) –che cosa credi di fare con quelli?!-

Frederik (-> Folto) La lupa spunta ancora al bordo del bosco più lentamente di come è fuggita, poi sente rimbombare la voce nella sua testa come già altre muta forma hanno fatto con lui non si scompone quindi ormai ha capito di che si tratta, ripone i pugnali rapidamente [ nulla, ho sentito una presenza e temevo fosse un pericolo, quando ho ho compreso che non ci fosse pericolo mi sono fermato e non li ho scagliati, scusami se sono nel tuo territorio non era mia intenzione disturbarti, ero diretto al laghetto ] la studierebbe con attenzione [ questa quindi sei tu ] sorride

Litea (-> F.a. Folto) Ascolta la risposta con tutta diffidenza, il pelo gonfio le fa sembrare più grossa. All’ultimo commento però non può che provare un goccio d’orgoglio, istintivamente si rimpettisce per mostrarsi meglio. Ma poi si ricompone, come sempre…a proposito di territorio. La presenza di quel bipede, proprio lì, stimola in lei un’urgenza alla quale non può porre freno. Studia un secondo l’ambiente, poi avanza verso il mercenario e si posiziona proprio accanto a lui. Annusa spicciamente, come se qualcosa le desse fastidio, poi con tutta naturalezza solleva una zampa posteriore e fa quel che ogni lupo ha il dovere di fare: marca il territorio. Il bersaglio è un albero, pericolosamente vicino al bipede. Terminata l’operazione, la mutaforma struscia i posteriori per terra più e più volte, spargendo foglie e erba tutt’attorno e rafforzando così il proprio odore nell’area. Si prende tutto il tempo necessario, quindi torna a guardare l’umano. -Puzzi- è la sua giustificazione. Spera vivamente che il suo odore civilizzato non le imbratti a lungo il giardino, ha già fatto del suo meglio per cercare di coprirlo col proprio. A quel punto si concede un’annusata più approfondita sfruttando la vicinanza. Tende il muso verso una sua mano, fiutando per imprimere definitivamente quella traccia tra le tante già conosciute

Frederik (-> Folto) Sorride quando gonfia il pelo [ complimenti sei bellissima direbbe ] l'uomo sicuramente apprezza la fierezza e l'indipendenza dei lupi, rimane però forse un po sorpreso quando lei segna il territorio e si scolta per evitare di essere marchiato, ascolta nella testa il commento sulla puzza [ guarda il lato positivo se non puzzassimo vi potremmo cogliere di sorpresa quindi per i tuoi simili meglio che gli umani abbiano un odore forte tutto sommato ] sorride e quando gli annusa la mano la apre e lascia che lei la annusi rimane fermo per non innervosirla. Già la leonessa si era comportata a quel modo capisce cosa lei stia facendo [ avete memorizzato il mio odore? ] l'osserva ancora [ capisco che non mi vuoi qui non mi fermerò a lungo cerco di dare meno disturbo possible ] direbbe serio [ in cambio non ti caccerò dalla mia città quando verrai a Raad ] direbbe scherzando anche se la lupa forse non comprenderebbe lo scherzo.

Litea (-> F.a. Folto) Riesce a mettere assieme i frammenti che il suo debole olfatto in forma umana aveva raccolto dell’odore dell’uomo e finalmente completa la traccia. Fa un passo indietro ora che non ha più bisogno di un contatto e non riesce a frenare quel po’ di fierezza che il complimento stimola in lei. Non è insensibile nei riguardi di quella sua metà che reputa migliore. –odore spiacevole per creature spiacevoli- quindi prosegue, rispondendo –sì, ora so anche cos’hai mangiato ieri mattina a colazione- non vuole scherzare, la traccia chimica delle sostanze assunte e delle loro conseguenza permane nell’odore per più di un giorno –vuoi un lasciapassare? Sei qui per le tue ricerche?-

Frederik (-> Folto) Si stringe nelle spalle [ capisco che gli umani non ti piacciano, ma devi avere a che fare con noi tuo malgrado, e poi non siamo tutti così terribili, a parte portare la mia puzza in giro per il bosco non mi pare di aver arrecato alcun danno a te od ad altri lupi e comunque gli umani non ti hanno mai cacciato dalla città quindi direi che ci puoi sopportare almeno un po anche se non ti piacciamo, anche se a me basta che sopporti me giusto per far si che non si creino problemi tra di noi ] ride [ bene io non me lo ricordo ] ma poi torna serio [ dipende cosa intendi per lascia passare comunque sono andato al laghetto molte volte in questi mesi, nessuno mi ha mai chiesto un lascia passare ] dice incuriosito [ le ricerche? si e no, ormai dopo un mese e mezzo non penso sia qui l'avrei trovata, penso che se non voglio arrendermi dovrò cercare oltre Raad, ma non saprei da che parte andare forse verso nord verso quel dannato villaggio degli elementi, per lo meno se partirò non verrò più a puzzare nel vostro bosco così non avrete più noie ] direbbe serio

Litea (-> F.a. Folto) -Credi che se un qualsiasi contadino nella periferia di Raad mi vedesse così mi accoglierebbe? Mi sguinzaglierebbe dietro i cani e prenderebbe bene la mira come stavi facendo tu coi pugnali.- si mette seduta, poi accucciata a terra non più tesa come in precedenza –ma è comprensibile, difesa del territorio, competizione…il problema è che lo farebbe incurante del ruolo che ognuno di noi ha nella foresta. Quanti anni credi che durerebbe la foresta di Raad senza predatori? O se il vostro bestiame mangiasse tutto il bosco per produrre il vostro cibo, quante generazioni ancora potreste poi sopravvivere? Non sapete più esser parte del mondo- lo guarda per la prima volta negli occhi, adesso non per sfida ma per cogliere tutto quel che può delle sue reazioni, studiarlo e conoscerlo –sei fortunato a non aver incontrato i ghiottoni- è quel che replica a riguardo del lascia passare –quelli non hanno paura di nulla- quindi torna su Eris –sei davvero convinto che abbia fatto così tanta strada?-

Frederik (-> Folto) Riflette su quelle parole [ hai ragione, non lo nascondo e comprendo cosa provi, sono un duca forse non significa nulla per te, ma in realtà vuol dire che anch'io ho un territorio mio, e capisco mio padre era sempre attento all'equilibrio delle risorse, lui sapeva badare a queste cose a volte penso contasse gli alberi abbattuti per assicurarsi che venissero sostituiti, questo forse ha reso la mia terra il posto splendido che è, ma molti di noi sono avidi pensano solo alla richezza non posso negarlo, io stesso un tempo non badavo a queste cose ed ammetto che sbagliavo ] se osserva gli occhi l'uomo forse apparirebbe leggermente malinconico, [ora poi con la guerra contro quegli esseri che distruggono tutto peggio del peggiore degli umani la città si è riempita di profughi e penso che per la foresta le cose sono peggiorate, ne parlerò con la regina alla prima occasione, mi hai fatto riflettere su un aspetto che non avevo affrontato ] direbbe serio [ la guerra ci sta rendendo più folli di quello che siamo normalmente di questo passo quando avremo vinto ci troveremo a governare una terra morta ed allora sarà come aver perso ] dice con molta amarezza, oggi forse l'uomo è un po malinconico per quanto forse una lupa non lo comprenderebbe [ ti chiedo scusa per il fastidio che do al tuo bosco mi stai aiutando nella mia ricerca se potrò ricambierò sarò solo umano ma ripago i miei debiti ] riflette sull'ultimo dire [ non lo so dove possa essere, ma ora chiunque si arrenderebbe ma io non ne sono capace è la mia natura, continuerò ancora per un po e poi non è che abbia molto altro da fare al momento ] direbbe con un sorriso poco convinto.

Litea (-> F.a. Folto) Per la prima volta la diffidenza nei confronti di quel bipede si affievolisce, solo di un poco, per quanta attenzione rivolga ai suoi movimenti, alle sue espressioni e al resto della serie di piccole accortezze animali non riesce a trovare segno di menzogna. Ascolta il suo racconto e assorbe le informazioni sui profughi e le previsioni per la sua foresta -se quel che dici è vero non sei il peggiore tra gli uomini come più volte mi hai detto. Pur sempre un bipede…sarei curiosa di sentire cosa ne pensa la regina- un po’ di amarezza è trasmessa con quelle parole –non incolpare te stesso per il fastidio che arrechi- sembra quasi voglia consolarlo ma –sei un umano, la colpa è tua in quanto tale ma non in quanto Frederik- si alza in piedi, scrolla il pelo –continua la tua ricerca, le creature della foresta sapranno gestire un umano in più- a sottolineare quelle parole, si volta e va via, come a lasciarlo libero di proseguire senza intralci. Tornerà più tardi a coprire le tracce del passaggio.

Frederik (-> Folto) Osserva la lupa andarsene, ultimamente è un po malinconico, dopo essere arrivato a Raad, con il viaggio a nord non aveva tempo per riflettere su molte cose, in fondo si sente di avere molto in comune con un lupo solitario senza branco, si sposta qua e la ed anche ripensare a suo padre non giova, sicuramente se l'uomo lo vedesse ora si vergognerebbe di cosa il figlio è diventato il vecchio duca era un uomo di pace, un uomo saggio. Ma quelli erano tempi oscuri, tempi in cui la fucina della guerra divorava i deboli non era tempo per uomini di pace. Cupe riflessioni che lo portano ad accarezzare l'elsa della spada. Almeno trovasse lei che è scoparsa sentiva un affinità ed aveva fiducia in lei, è tornata dopo il viaggio affermando di aver bisogno dell'uomo per poi sparire senza lasciare tracce. Fiducia penserebbe ancora una merce tanto rara in tempi di guerra e morte. Senza altro dire si inoltra tra le ombre della foresta sparendo poco a poco diretto al piccolo laghetto [uscita].

[Modificato da Frederik_Vendergast 11/05/2015 23:23]
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Post: 165
Città: ACCIANO
Età: 36
Sesso: Femminile
13/05/2015 13:39
 
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GDR APPROVATO.

Frederik: 10 pe.
Litea: 10 pe.


Commento: Che dire...giocata davvero bellissima!Che bella la lupa tutta impettita che viene beccata per sbaglio e che poi diventa pucciosamente saggia! [SM=g2439325] Ok vi adoro [SM=g2439323]

PUNTEGGI AGGIORNATI.
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