Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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Perduti nelle tenebre {OK}

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2015 18:48
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15/05/2015 14:55
 
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Frederik - Litea
Frederik - Litea
Senza sparlo i due si spingono nella foresta in un area pericolosa vicino allo sconosciuto palazzo dei vampiri, accidentalmente finiscono in un vecchio condotto e collaborando ne escono un po impolverate e malconci.
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Frederik [Pressi Palazzo Vampi]: L'uomo passeggia in una giornata un po cupa, giunto in una zona di foresta che poco conosce un leggera nebbiolina avvolge i passi ed alberi dal fitto fogliame pare stringere in un copo abbraccio che rifugge la luce quella terra, non se ne preoccupa certo l'uomo che ora é fermo in una piccola radura dove la luminosità dell'astro si immerge come una spada di luce, rada erba a far da tappeto, si è fermato forse udendo un rumore? L'uomo è vestito di nero, con pantaloni e casacca di taglio militare chiusi da fibie e bottoni d'argento, su ogni bottone inciso un piccolo teschio. Ai piedi alti stivali di buona fattura anch'essi neri ed ha protegger le mani guanti di pelle spessi, sulle spalle un lungo mantello un po logoro nella parte bassa ed a cinger la vita una fascia rosso sangue. Ed in testa un cappello a falde larghe, i capelli corvini ricadono selvaggi sulle spalle ad incorniciare un volto che pare scolpito ed a volte distaccato in cui sono incastonati due occhi di un verde profondo. E' armato la spada lunga e magnifica legata alla schiena l'elsa spunta sulla spalla sinstra, al fianco destro la sorella corta, sul petto in bella mostra tre pugnali da lancio e nello stivale sinistro non visto un pugnale riposa.

Litea [Pressi Palazzo]: È china, una mano sfiora il fango mentre lo sguardo fissa intensamente le tracce impresse nella terra umida. È totalmente assorta, le labbra dischiuse a metà tra la meraviglia e il timore: sono impronte di un grosso canide, un lupo, lasciate la notte precedente. Soprattutto, non si tratta delle sue. Le segue fin dal folto della foresta, ormai è al corrente della presenza dei predatori nel bosco e i suoi studi sulle loro abitudini proseguono nel seguire la pista fino a quel luogo cupo e sinistro. Lei stessa non si è mai spinta tanto oltre e non si capacita di come una delle bestie possa essere stata motivata a fare altrettanto. Fiuta quel che può col suo naso da umana, controlla la taglia della zampa per stabilire il sesso e l’età dell’animale. Al minimo rumore però s’interrompe e rimane in allerta, immobile e in ascolto, tesa per la lontananza dal proprio territorio e quell’odore strano che pervade quell’area innaturale della sua foresta. Non è a suo agio ed è facile comprendere come scatti, la mano destra istintivamente a prendere il pugnale nell’avvertire una presenza non troppo distante. Rimane quatta e inconsapevolmente mostra i denti mentre si volta in cerca di un modo per individuare l’origine di quella distrazione.

Frederik [Pressi Palazzo Vampi]: Fa vagar lo sguardo verde intorno a se sulla cupa foresta, arrestato al centro della radura osserva ma nulla ode nei dintorni, pochi i rumori ed i versi della primavera sono distanti e radi, non s'avvede ancora della lupa, ma un aria d'inquietitudine, di malessere a stento represso abbraccia quel luogo, come di un male incombente, ma nulla vede l'uomo in quella grigia mattina e resta quindi qualche attimo in attesa e se nulla udirà farà un altro passo nella radura e seppur nulla pesta da sotto i suoi piedi ode un sinistro rumore leggero di qualcosa che si spezza. S'arresta ma non vede nulla cerca con gli occhi un ramo che potrebbe aver spezzanto in quell'erba lugna ma rada.

Litea [Pressi Palazzo]: Decisa a non aspettare di esser scoperta avanza, sempre tesa ma pronta a reagire. I rumori che potrebbero essere tipici della foresta in quel luogo risultano insoliti, come quello dello spezzarsi di un ramo a terra o di passi. Dal canto suo cerca di muoversi il più silenziosamente possibile, come d’abitudine, facendo attenzione a dove piazzare ogni passo. A breve tra la nebbia riesce a distinguere una sagoma nera e d’istinto s’irrigidisce, fermandosi ed elaborando un possibile schema d’attacco. Ma più la guarda più non riesce a ignorare la familiarità di forme e movenze. Espira, rimproverandosi per l’eccesiva cautela e rilassando la muscolatura <Frederik> chiama seccamente <avrei dovuto immaginare di poterti trovare in un posto del genere>

Frederik [Pressi Palazzo Vampi]: Appare una sagoma conosciuta ed anche l'uomo par rilassarsi < Litea, mi chiedevo quando saresti saltata fuori, questa foresta pare piccola > sorride di rimando rivolto alla muta forma, distratto non bada al rumore erroneamente pensando che sia stato provocato dalla donna ma che invece giunge da più in basso. Studiando ancora la figura < non credevo che il tuo territorio arrivasse fino a quaggiù comunque ci sono pochi animali da queste parti > aggiungerebbe, senza distogliere gli occhi dalla figura in avvicinamento.

Litea: <Animali? Quali animali?> lupi per caso? <No, nessuna traccia di animale> improvvisamente è nervosa di nuovo, si è ricordata della pista di lupo che stava seguendo e diventa incredibilmente protettiva a riguardo, del tutto decisa a non rivelare la presenza di tali animali a nessuno <voglio dire, solo me> muove qualche passo verso l’umano, tanto per frapporsi tra lui e le tracce precedentemente individuate <no, il mio territorio non arriva fin qui> meglio un altro paio di passi in più, tanto per essere sicuri che non sia il bipede a muoversi nella sua direzione e avvicinarsi alle impronte <stavo solo…mmh…esplorando. Voglio conoscere i miei vicini, sai…> ok, adesso è praticamente addosso al mercenario. <tu sei di queste parti?> non è un gran ché a distogliere le attenzioni altrui con le parole

Frederik [Pressi Palazzo Vampi]: Si fa attento nota che la donna è nervosa, qualcosa forse la preoccupa, le si fa molto vicino, strano comportamento per Litea penserebbe schiva come la sua natura, starebbe per dire qualcosa, quando lo scricchiolio di prima ancora più forte tornerebbe a farsi sentire. Esperto di assedi comprende cosa sia quel rumore solo ora, gli si raggela il sangue, tenta di spinger via la lupa e di spostarsi ma troppo tardi. Il terreno sotto di loro cede, antiche mura erose dall'abbandono cedono sotto il peso dei due, la terra si apre e tra la caduta di terra, pietra e travi marci i due vengon trascinati nella voragine sottostante in un vecchio cunicolo diversi metri più in basso. I due cadon senza poter opporre resistenza alla forza di gravità.

Litea: Deve aver esagerato nell’accorciare le distanze prchè il bipede fa per spingerla via con discreto impeto <bastava dirlo…> non fa in tempo a finire la frase che viene colta del tutto di sorpresa dal cedimento del terreno. Istintivamente si aggrappa a quel che può, il ché implica il bipede e il suo armamentario. Senza farsi troppi scrupoli cerca di rigirare la situazione a proprio favore come può, nell’intento di ammorbidire la caduta con il corpo del mai così utile umano. La sorpresa è tanta e il crollo improvviso quindi la sua azione non è di certo abbastanza per assicurarsi un morbido atterraggio. In pochi istanti impatta tra suolo e mercenario, istintivamente proteggendosi il capo con un braccio e frapponendo l’altro tra sé e la superficie. Alla sua caduta e quella dell’uomo segue una pioggia di terriccio e ciottoli, polvere da mozzare il respiro e frammenti di quella che un tempo era la copertura del luogo a bersagliarli. Non appena si ritrova in grado di riassumere la padronanza del suo corpo, la lupa cerca di mettersi a carponi e guardare in basso per evitare che i detriti le feriscano gli occhi <umano…> tossisce <sei sopravvissuto? > non si sa mai, creature deboli quei bipedi.

Frederik [Presso Palazzo Vampi]: La lupa si avvinghia a lui nella caduta impedendogli i movimenti necessari ad atterrare più dolcemente, per fortuna parte del materiale sottostante è terriccio, l'impatto comunque duro da togliere il fiato, rimane fermo mentre il mondo smette di cadere, un po stordito per qualche secondo, percepisce la donna accanto a lui muoversi, ma prende qualche secondo e respira piano facendo un inventario dei possibili danni muovendosi lentamente, apre gli occhi e nota la lupa carponi vicino a lui, tossisce < si pare che sono sopravvissuto> direbbe studiando il corpo delle lupa che però non pare ferito gravemente < tu come stati? > e andrebbe a muoversi lentamente per controllare che gli arti siano a posto. Sopra di lui dal buco entrerebbe una grigia luce ed alla sua destra poco più avanti uno scuro condotto.

Litea: Le ci vuole ancora un po’ per riprendere fiato, quindi prende atto della risposta dell’umano. Ha l’avambraccio sbucciato e qualche graffio ma niente che valga la pena di comunicare. <tutto a posto> lentamente si volta e si mette seduta per poter osservare dal basso la cavità in cui sono piombati. La luce che penetra dall’apertura è attenuata dalla nebbia esterna ma abbastanza da rendere un’idea del luogo in cui sono finiti, sicuramente opera umana <sai dove siamo?> misura ad occhio la distanza tra sé e la superficie, presto consapevole dell’impossibilità di risalire da dove sono entrati <credo dovremo trovare un’uscita alternativa> con un ultimo movimento torna in piedi, chiedendosi dove quel varco possa portare.

Frederik [Presso Palazzo Vampi]: Osserva la muta forma rimettersi in piedi e quando fa per alzarsi un dolore gli attraversa la caviglia destra, stringe i denti ma fatica a mettersi in piedi senza l'appoggio della gamba. Una volta che vi fosse riuscito studierebbe le pareti < antichi condotti chissà da quanto tempo sono abbandonati forse un uscita secondaria di qualche edificio mai scomparso, devono essere vecchi di secoli> farebbe scivolare la mano sul muro percependo una lieve vibrazione < temo che qui potrebbe crollare tutto a breve dobbiato uscire presto > i suoi occhi osserveranno quindi il lato del condotto che si apre, un profondo e buio cunicolo, la continuazione nell'altra direzione sepolta sotto il crollo. Guarda il cunicolo tutto sommato non così stretto e poi la lupa, < tu dovresti vedere la dentro se non sbaglio? >. Appoggiandosi alla parete zoppicando vistosamente si avvicinerebbe alla buia entrata attendendo una risposta.

Litea: Osserva un po’ scettica i movimenti dell’uomo nell’alzarsi, a breve individua che l’anomalia sta nella gamba destra <riesci a camminare?> quindi annuisce al commento sull’instabilità del luogo. Senza farselo ripetere si sporge verso il cunicolo e lascia che la vista si abitui all’oscurità, in forma animale la chiarezza sarebbe totale ma gli occhi dorati le permettono una buona visione anche quando umana. Non le sembra ci sia niente di anomalo e muove un passo facendo attenzione a dove posizionare i piedi. La temperatura è nettamente inferiore a quella dell’ambente precedente e l’umidità s’intensifica <credo non abbiamo alternative> si aspetta che il mercenario la segua ma poi si volta, tenendo una mano nel caso lui avesse bisogno di supporto <posso concederti una spalla se ne avessi bisogno> non è entusiasta all’idea ma non è senza cuore <c’è un corridoio con una svolta a destra tra una decina di passi> poi aggiunge <e attento alla ragnatela qui a sinistra, il padrone è in casa>

Frederik [Presso Palazzo Vampi]: La gamba duole e pulsa selvaggiamente, ma per orgoglio forse non lo vuole ammettere < si si non preoccuparti >, punta la testa nel cunicolo ma dopo un paio di metri è buio totale per lui, < vai avanti, ti seguo > , muoverebbe qualche passo stentato nell'imbocco della grotta, l'odore di muffa e legno marcio è forte. Osserva la mano che gli viene offerta, esita un attimo ma si rende conto che oltre pochi metri e cieco in quei cunicoli, non molto soddisfatto, sfila il guanto della destra pieno di fango e schegge di legno e stringe la mano della muta forma. < fai strada se posso eviterò di attaccarti il mio odore > avrebbe bisogno di un appoggio di sicuro ma per ora cerca di farne a meno, odia dipendere dagli altri e condere alla lupa un tal vantaggio su di lui. Schiva la ragnatela ed appoggiando la mano sinistra alla parete procede.

Litea: <Sicuro?> non indaga oltre sulle sue condizioni fisiche, accetta la sua mano pronta a dare sostegno nel caso fosse necessario <per l’odore è troppo tardi ormai. Spero non usciremo troppo lontani dal lago> inizia a camminare lentamente per permettere al bipede di adattarsi all’oscurità e stabilizzarsi sulla gamba malconcia. A quel ritmo raggiungono lentamente la svolta e la lupa sorride nell’udire lo squittio di una colonia di ratti nascosta chissà dove a quella profondità <non dovrebbe essere più così instabile se i roditori hanno deciso di stabilirsi qua sotto. Hai idea di chi possa aver abitato questo luogo in passato?>

Frederik [Presso Palazzo Vampi]: Sospira < per nulla > mentre accetta la mano, stringe i denti per il dolore ma non si risparmia la sua solita ironia < ottimo potresti rotolarti un po nel fango per scacciarla al massimo >, la segue e si lascia condurre < direi umani, ma deve essere passato molto tempo, deve essere una via d'uscita secondaria od un condotto di comunicazione, che tu sappia ci sono ruderi nella foresta? > Non può udire i ratti , il suo udito non è così fine, anzi i sensi dell'uomo sembrano persi in quel buio opprimente, la mano della muta forma ed il terreno sotto i piedi unici segnali che li da qualche parte nel buio c'è ancora un mondo.

Litea: Fiuta cercando di distinguere tracce di freschezza provenienti dall’aria aperta in quel miscuglio di muffa e terra umida. I risultati sono scarsi, principalmente per la ridotta capacità olfattiva in quella forma <quello più prossimo al rotolare qui sei tu> quasi ringhia <comunque, principalmente ripari stagionali di pastori, non di certo costruzioni adatte a questo tipo di fondamenta> ci pensa meglio, in fondo un’opzione c’è <ma al limitare della foresta ci sono vecchie rovine di un rudere in pietra, i ghiri ne vanno matti e…> potesse vederla, il mercenario noterebbe la sua smorfia contrariata <…c’è la tana dei ghiottoni> per quello il luogo era stato spedito nel dimenticatoio, bene attenta a non avere quelle impietose creature come vicini <spera non ci finiamo sotto> di certo non le sfugge l’incespicare dell’uomo in quel lento percorso condiviso. Deve però stare attenta a non distrarsi, il corridoio termina bruscamente con un gradino e una porta di legno ammuffito. Spiccia la mutaforma la osserva, poi esercita pressione impiastricciandosi il palmo <c’è una porta ma non si apre. Potrebbe essere la volta che tutte quelle tue lame si fanno utili davvero>

Frederik [Pressi Palazzo Vampi]: La segue poco altro può fare < hai ragione magari tra un po ti chiederò la spalla mi sento come se un intero branco di lupi mi fosse caduto adosso> dice debolmente non troppo convinto ma aggiungendoci una stoccatina ironica. < se troviamo l'uscita nel caso ci preoccuperemo dei ghiottoni, un problema alla volta > si zittisce qualche secondo < sarebbe meglio non doverli uccidere per difenderci se possibile > non che si faccia remore lo dice forse più per tranquillizzare la muta forma. Ma poi lei si arresta e l'uomo sente parlare della porta, subito allunga la mancina libera e va a tastarne i bordi ed a cercarne i cardini e la serratura < la sento > direbbe continuando nell'ispezione < è bloccata difficile che riusciremo ad aprirla forse meglio tentare di farla cadere > lascerebbe quindi la mano della muta forma ed andrebbe a sfilare il pugnale nascosto nello stivale sinistro, non vede ma potrebbe trovarlo in qualunque caso, inizia quindi a fare leva sui cardini ed a incidere il legno, un operazione che sembra durare qualche minuto. Si rivolgerebbe alla lupa quindi che sa essere li vicino < stai indietro > andrebbe quindi puntellandosi sualla sinistra a colpire con una spallata la porta, il legno ormai poroso e morbido a causa dell'umidirà nei punti dei cardini incisi cederebbe sotto il peso dell'uomo ed anche se la serratura fosse ancora bloccata il lato dei cardini crollerebbe facendo uscire la porta dalla sua sede. L'uomo però nello slancio capitombolerebbe insieme alla porta su di un mucchio di detriti dietro la porta, il pugnale cadrebbe chissà dove in mezzo a tutta quell'oscurità.

Litea: Si fa da parte, pronta a lasciar fare uomo <la mia spalla è sempre qui…e certo che non li uccidiamo, da quando in qua i problemi si sterminano?> quasi si dimentica di star parlando con un essere umano. Rimane in silenzio per tutto il tempo necessario allo scardinamento, osserva il mercenario procedere a tentoni per poi prepararsi con malo equilibrio alla spallata <fai attenzione…> e badabum, Frederik finisce a terra con la porta. La lupa sogghigna <non sei così inutile…come va?> si protende per riprendergli la mano e fargli capire di essere pronta a tirarlo su <quanto ci tieni al pugnale?> in attesa di risposta osserva oltre l’uomo, la vista ormai del tutto abituata al buio <c’è una stanza, non troppo grande. Al centro un tavolo di pietra e tutt’attorno, alle pareti> si prende un attimo per controllare l’interezza del locale <…botti. Siamo in una cantina>

Frederik [Pressi Palazzo Vampi]: Accetta la mano della muta forma e si rialza < bene, nulla di grave , felice che almeno un umano un volta nella sua vita sia servito a qualcosa > direbbe sorridendo nonostante il dolore. < Se lo vedi il pugnale bene se no non perderci troppo tempo è un semplice pugnale> mentre lo dice con la mancina libera controllerebbe che le sue spade siano al loro posto. Poi tornando sulla lupa < non vedi altre porte o corridoi, proviamo a spostare le botti magari c'è un passaggio non avrebbe senso un cunicolo così lungo solo per una cantina> attenderebbe quindi che lei lo guidi ma aggiungerebbe < e sul soffitto non ci sono botole od altro >

Litea: Guarda a terra, non le è difficile individuare una lama ben tenuta in mezzo al cumulo di macerie sporche. Lascia per un momento l’umano per chinarsi e recuperarla <ecco qui> porge l’elsa fino a farle sfiorare di nuovo la mano del proprietario e fargli capire la sua posizione <oh, ma certo che c’è una porta. In cima a una rampa di scale> percepisce nell’aria l’odore di vino, seppur probabilmente non più commestibile di sicuro parte delle botti è ancora piena <vuoi procedere con una degustazione o sei pronto ad andare avanti?> è pronta ad assecondarlo non appena sarà in grado di muovere qualche passo di nuovo

Frederik [Radura]: < Grazie > dice soltanto riponedo il pugnale e poi tornando a cercare la muta forma.Appoggiandosi ora alla lupa si fa accompagnare quindi alla porta, con un po di fatica questa si apre verso l'interno, appena riesce ad aprirla una pallida lama di luce penetra all'interno, tanto da permetterli di scorgere la faccia di Litea con i suoi strani occhi da lupo, davanti all'apertura vi sono delle piante rampicanti, spostandole con la mancina guantata si fanno avanti sbucando in una radura che non conosce, dietro a loro i rampicanti nascondevano completamente il piccolo ingresso dimenticato da chissà quanto tempo. Si guarda intorno sorridendo < pare che ce l'abbiamo fatta quindi >

Litea: Il profumo dell’aria aperta la investe mentre sbatte le ciglia per schermare gli occhi dalla luce alla quale non è più abituata <ed è troppo presto per infastidire i ghiottoni> di certo non vuole aspettare che si facciano coraggio e non è dimentica delle fatiche dell’uomo nel raggiungere la porta, il suo peso ancora sul suo fianco <ho incontrato una signora una volta, mi ha menzionato un ospedale a Raad. Direi che è la nostra prossima meta> l’idea di proseguire verso la città non la entusiasma ma di certo non può lasciare un inerme bipede a cavarsela da solo nella foresta, non ne uscirebbe che dopo ore. Sospira <quando sei pronto…> attende un responso incerta su se il mercenario abbia bisogno di una pausa o abbia piani contrari. Al suo via, si rassegnerà a condurlo fino a cure altrui <uscita>

Frederik [Radura]: Il profuomo della foresta è piacevole anche per lui che ha istinti meno selvaggi < si non attardiamoci > ascolta poi il rimanente dire < si meglio che mi faccia vedere anche se non è rotta solo una botta qualche giorno ed è a posto > si avvia quindi accompagnato dalla muta forma < ma mi lascerai all'ingresso della città, so che non ami troppo quei luoghi ed ho diversi amici tra le guardie mi farò dare una mano da loro così anche tu potrai tornare alla forsta > rimane in silenzio qualche attimo < sono in debito con te da solo non so se sarei uscito da la sotto > dice seriamente mentre si avviano verso Raad <uscita>
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18/05/2015 18:48
 
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Frederik: 10pe
Litea: 10pe

Buon game!


Laedo, detto l'Antico,
Capostipite della Razza dei Draghi d'Oro
Supremo Sacerdote del Culto del Drago,
Signore dei Draghi dei Regni D'Oriente.
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“Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore”

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